Guerra in Ucraina

Draghi a Kiev, si lavora su prossima settimana

Contatti tra Palazzo Chigi e Zelensky. L'AISE studia possibili slot.

Draghi a Kiev, si lavora su prossima settimana

Non solo gli uffici di Palazzo Chigi, ma anche quelli dell'Aise - l'Agenzia informazione e sicurezza esterna - sono già da qualche giorno al lavoro sulla visita di Draghi a Kiev. Una trasferta complicata, la cui tempistica dipende da molteplici fattori. Non ultima la circostanza che il premier è ancora positivo al Covid, in isolamento nella sua residenza umbra a Città della Pieve, dove aveva deciso di trascorrere le vacanze pasquali. Gli uffici dell'ex numero della Bce e quelli del presidente ucraino Zelensky stanno dunque provando a individuare la data utile per una visita dall'alto valore simbolico, un gesto che renderebbe ancora più forte la scelta di campo fatta dal governo italiano nel conflitto tra Russia e Ucraina. Si ragiona su tempi molto stretti, ipotizzando possibili slot già a inizio della prossima settimana. Di certo, l'intenzione di Draghi è andare a Kiev prima del bilaterale con Biden alla Casa Bianca in programma il 10 e 11 maggio, la sua prima volta in visita ufficiale a Washington da quando, 14 mesi fa, si è insediato a Palazzo Chigi. Detto questo, è evidente che ogni decisione sul punto dipende dalla situazione sul campo e da quanto il quadro generale consentirà di organizzare una trasferta in sicurezza. Non è un caso, d'altra parte, che della questione si stia occupando l'Aise (una delle due agenzie che dipendono dal Dis), come sempre accade per le trasferte del presidente del Consiglio o di esponenti di governo in «scenari instabili» (era già successo lo scorso anno per la visita di Draghi e del ministro Di Maio a Tripoli, in Libia).

Nonostante tutte le cautele, comunque, la previsione è che - a meno di novità straordinarie delle prossime ore - non ci saranno controindicazioni da parte della nostra intelligence. D'altra parte, come anticipato ieri da il Giornale, la visita a Kiev dell'ex numero uno della Bce arriva dopo quelle di molti altri leader europei, ultimo in ordine di tempo - due giorni fa - il premier spagnolo Sanchez. E sancirà una decisa linea di demarcazione anche rispetto alla Germania. Dopo che Draghi avrà incontrato Zelensky nella capitale ucraina, infatti, gli unici leader a non essere andati a Kiev saranno Macron e Scholz. Ma mentre il presidente francese è al momento troppo preso dalla campagna elettorale per l'Eliseo (domani il ballottaggio), il cancelliere tedesco ha invece il problema di essere percepito da Zelensky come eccessivamente morbido verso Mosca. Non a caso, il leader ucraino si è rifiutato di ricevere a Kiev il presidente tedesco Steinmeier.

Dopo la dura presa di posizione di ieri di Mattarella, insomma, quando anche Draghi avrà stretto la mano a Zelensky in quel di Kiev la distanza tra Roma e Berlino sarà sempre più grande e più evidente.

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