Gli effetti del caso-Astrazeneca si abbattono sul governo. Da un sondaggio realizzato da Fabrizio Masia per la trasmissione di Rai 3 "Agorà" condotta da Luisella Costamagna è emerso un calo della fiducia nell’esecutivo. "Questa settimana – ha sottolineato il direttore dell’istituto Emg Acqua - la fiducia nel governo è scemata. Siamo al 40%, che è il dato più basso da quando si è insediato il governo Draghi". Per Masia questo risultato è da imputare all'incapacità attuale di far fronte all'emergenza. Lo stop alle dosi del vaccino del colosso anglo-svedese, poi, è stato un altro fattore che ha influito sul dato.
Ma questa non è l’unica fonte di preoccupazione per il governo. Nel corso della stessa trasmissione, infatti, si è parlato proprio del caso vaccini e, in particolare, dello stop delle dosi di AstraZeneca. Una decisione che rischia di diminuire la fiducia negli italiani nei farmaci contro il Covid-19. Un grande problema perché ciò implica un rallentamento della campagna di vaccinazione.
Ad avvalorare questa ipotesi vi sono i numeri di un altro sondaggio: "Un dato inquietante", lo ha definito il sondaggista di Emg Acqua. E in effetti i numeri appaiono chiari. "Il 62% degli italiani - ha spiegato Masia - ha affermato di voler scegliere quale vaccino fare. E questo potrebbe rallentare la campagna vaccinale". Solo il 28% degli intervistati, invece, afferma di essere disposto all’iniezione qualsiasi sia la dose che gli verrà somministrata.
Come ha spiegato il ministro della Salute, Roberto Speranza, la decisione di sospendere AstraZeneca è di natura precauzionale e tale ravvedimento è stato adottato dopo una valutazione dell’istituto tedesco per i vaccini. "C’è stato un confronto tra i ministri della Salute: ora i governi attendono il giudizio Ema per giovedì (oggi, ndr) e siamo fiduciosi che possano emergere tutti gli elementi di rassicurazione per consentirci di riprendere la vaccinazione.
È giusto avere cautela", ha sottolineato Speranza. Eppure, nonostante le precauzione adottate dalle autorità, molti italiani continuano ad essere diffidenti se non preoccupati. Un grande problema per chi sta lavorando per far sì che l’incubo coronavirus finisca al più presto.
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