Karen Lancaume, una diva del porno degli anni Novanta e Duemila, chiamava i set dei film per adulti «mattatoi a luci rosse», per dare il senso di un mondo che forse regala ai suoi amatori gioie estemporanee, ma certo tratta i suoi operai specializzati come carne da macello. Karen alla fine si ammazzò nel 2005, a 32 anni, dopo aver sognato per un breve momento di poter fare il salto nel cinema mainstream grazie al successo di Baise moi-Scopami, il film di Virginie Despentes di cui fu la protagonista.
E dal mattatoio hard esce ogni mese, quasi ogni settimana, una nuova vittima. Sono cinque in poco più di due mesi le attrici di film a luci rosse morte, in circostanze a volte poco chiare. L'ultima lacrima è per Olivia Lua, detta anche Olivia Voltaire, 23 anni, americana, morta dopo aver ingerito un cocktail di farmaci e alcolici nella clinica di West Hollywood in cui si trovava per disintossicarsi. Mercoledì dal suo account twitter @Oliviaxlua, oggi affiancato da una lugubre croce, aveva postato una foto in look total black e l'enigmatica frase: «Lo sento ovunque. Non mi fa più paura». Il decesso è stato confermato con un comunicato dalla sua agenzia, la LA Direct Models, che ha fatto espresso riferimento alla Spoon River delle pornodive americane: «Di recente - si legge - sono stati fatti molti commenti sul numero di pornostar scomparse negli ultimi mesi. Con grande tristezza dobbiamo informare che la lista è aumentata. Olivia Lua è morta questa mattina». La ragazza, una moretta dallo sguardo malinconico, avrebbe trascorso gli ultimi tempi della sua vita a lottare contro una dipendenza, ma né il ricovero nella clinica né la vicinanza della famiglia, che Olivia aveva sollecitato, l'hanno salvata.
La prima morte misteriosa nel mondo del cinema porno risale al 9 novembre, quando l'attrice canadese Shyla Stylez (vero nome Amanda Friedland, età 35 anni) viene trovata morta a casa della mamma a Los Angeles al 9 novembre in circostanze ancora non chiarite. Un mese dopo, il 5 dicembre, tocca ad August Ames, 23 anni, impiccatasi nella sua casa californiana per la vergogna di essere accusata di omofobia: la ragazza, vero nome Mercedes Grabowski, si era rifiutata di girare una scena con un attore con un passato nei porno gay e aveva spiegato di averlo fatto per paura di contrarre l'Aids. Un chierimento che non le aveva evitato la gogna social.
Pochi giorni dopo anche Yuri Luv, 31 anni, vero nome Yurizan Beltran, si suicida nel suo appartamento di Bellflower, in California, ingerendo delle pillole. Infine il 7 gennaio se ne va un'altra Olivia, di cognome Nova, vero nome Lexi Forde, 20 anni, uccisa da un'infezione alle vie urinarie (ma inizialmente si era parlato anche in questo caso di suicidio).
Le due Olivia avevano la stessa agenzia, che ora mette le mani avanti: «È solo una coincidenza che le due modelle avessero lo stesso nome. Crediamo che non si siano mai incontrate». Lo faranno ora, nel paradiso delle pornostar.
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