"La droga causa psicosi e paranoia, non massacri"

La cocaina abbatte i freni inibitori, ma da sola non basta. Chi uccide è già predisposto

"La droga causa psicosi e paranoia, non massacri"

«La prima cosa che mi è venuta in mente nel sentire in tv del fattaccio è che questi tizi erano sicuramente drogati Intendiamoci, la droga non è la causa di tutto, ma certe cose sotto effetto della droga diventano più facili. Però suppongo che ci sia una base personale dietro. Sempre che la storia che hanno raccontato sia quella vera: si può anche ammazzare e poi sballarsi per avere un alibi».

Riccardo Gatti, direttore dipartimento dipendenze di Milano della Ats metropolitana di Milano, ne ha viste tante di persone rovinate dalla cocaina. Ma il massacro di Roma colpisce anche lui.

Dunque, direttore, la droga non può giustificare questa violenza efferata?

«Un fisico adulto può reggere la cocaina in modo variabile. Chi la usa per divertirsi ne sniffa mezzo grammo, uno al massimo. In questo caso, la sostanza è stimolante, ti fa vedere tutto più semplice, sale il tono dell'umore. A questo però, si aggiungono idee di grandezza: uno si sente invincibile. Oppure sopraggiungono idee paranoiche, persecutorie: perché mi guarda, forse è un poliziotto».Se i dosaggi aumentano?«In questi casi le situazioni di psicosi più che probabilità diventano certezza».

Ma questi hanno seviziato e ammazzato.

«Purtroppo può scattare il delirio di onnipotenza e sentimenti paranoici: voglio fare qualcosa e la faccio per vedere l'effetto che fa».

Vuol dire che la cocaina può trasformare la persona in una bestia?

«I sentimenti paranoici la cocaina te li può dare. Ma una persona dev'essere predisposta. La polvere da sola non basta».

Fino a che punto una dipendenza da cocaina trasforma una persona?

«Abbatte i freni inibitori e dal pensiero si passa all'azione. Ci sono atti di aggressione incontrollati: un bel momento un cocainomane agisce contro un'altra persona, gli salta addosso e lo picchia».

Che esperienze dirette ha avuto con i cocainomani?

«La sostanza per molte persone ha un effetto molto fluido a bassi dosaggi, però se aumentano e i periodi di astensione sono lunghi, le ricadute sono devastanti: c' è gente che ha perso lavoro, ha fatto incidenti stradali, ha distrutto la famiglia e le relazioni sociali perché non aveva più un comportamento normale».

Per esempio?

«Si rovina facendo investimenti sbagliati, oppure sul posto di lavoro molesta le colleghe».

E in famiglia?

«Ci sono persone che spariscono per giorni e poi ritornano a casa come se niente fosse successo. È un genere di follia causata dallo stupefacente».

Ma non c'è spazio per l'omicidio?

«Per fortuna no, altrimenti saremmo pieni di fattacci di cronaca nera. In realtà l'uso continuativo senza dubbio i sentimenti paranoici te li provoca, ma da qui ad arrivare all'omicidio ce ne passa. Grazie al cielo questo non succede. Quindi, ipotizzo che questo episodio si avvicini di più alla follia. Avranno da lavorare molto gli psichiatri».

Però questi erano zeppi di coca.

«Infatti è difficile pensare che la cocaina non c'entri, però penso che abbia solo disinibito qualcosa che in queste persone già c'era. Bisogna vedere quali problemi mentali nascondono».

Dunque non si può pensare alla cocaina killer?

«No, ci si altera, ma non si arriva all'omicidio».

Qual è la situazione peggiore che le è capitata?

«Soprattutto incidenti o perdita del posto di lavoro ma mai crimini di questo tipo. A meno che l'uso della cocaina sia fatta da criminali, in quel caso la cocaina dà più forza alle loro azioni».

In generale c' ancora molta gente che usa questa sostanza?

«In realtà no, è passata di moda da una decina di anni. Adesso c'è più scelta.

Anche perché sul mercato gira di tutto. La gente mischia. Hanno trovato anche cinesi che vendevano shaboo, una potentissima droga etnica. E questo è il risultato della globalizzazione e di internet dove ormai si trova veramente di tutto».

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