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Droga, Lamorgese propone una stretta: "Carcere anche a chi spaccia modiche quantità"

Il ministro dell'Interno propone una nuova norma, studiata con il guardasigilli Bonafede, per evitare che gli spacciatori fermati dalle forze dell'ordine escano il giorno dopo l'arresto. Il plauso delle associazioni di polizia

Droga, Lamorgese propone una stretta: "Carcere anche a chi spaccia modiche quantità"

Anche per chi spaccia piccole quantità di sostanze stupefacenti sarà previsto l'arresto immediato, con custodia cautelare in carcere. L'obiettivo è quello, infatti, di punire chi viene fermato, rilasciato subito dopo e che riprende a spacciare nelle ore successive alla scarcerazione. Ad annunciarlo, in queste ore, è stato il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, in occasione di un viaggio ad Ancona, dove ha incontrato i familiari delle vittime della strage alla Lanterna azzurra di Corinaldo.

La richiesta di modifica

Secondo quanto riportato da Repubblica, il titolare del Viminale dell'esecutivo giallo-rosso, con questo annuncio, ha voluto definire una stretta nella lotta alla droga. Così, se dovesse essere approvata, questa modifica al codice penale farebbe rischiare il carcere a migliaia di giovani e giovanissimi consumatori che cedono anche singole dosi di sostanza stupefacente, utilizzati spesso come pusher nelle piazze di spaccio italiane.

La proposta

"Ho predisposto una norma per superare l'attuale disposizione dell'articolo 73 comma cinque, che non prevede l'arresto immediato per i casi di spaccio di droga", ha spiegato Lamorgese. Che, poi, ha aggiunto: "Abbiamo fatto un tavolo di lavoro con il ministro della Giustizia (Alfonso Bonafede, ndr) e abbiamo trovato una soluzione che convince sia noi, sia la Giustizia, dando la possibilità di arrestare immediatamente con la custodia in carcere coloro che si macchiano di questo reato".

La motivazione del ministro

Secondo quanto riportato dal quotidiano, il ministro Lamorgese avrebbe anche motivato la sua decisione: "È stato rilevato il fatto che arrestare, senza custodia in carcere, e il giorno dopo vedere nello stesso angolo di strada lo spacciatore preso il giorno prima, incide anche sulla demotivazione del personale di polizia, che tanto si impegna su questo versante e vede la propria attività essere posta nel nulla, quando il giorno dopo li ritroviamo nello stesso posto".

La replica dei funzionari di polizia

Si sono dichiarati soddisfatti i componenti dell'Associazione nazionale funzionari di polizia, che commentando la proposta di Lamorgese hanno detto: "Accogliamo con particolare favore l'ipotesi normativa predisposta dal ministero dell'Interno, che consentirà l'applicazione di misure cautelari in carcere per chi spaccia sostanze stupefacenti, indipendentemente dalla quantità ceduta. I dati in nostro possesso sono allarmanti, non solo e non tanto per quanto riguarda l'uso di stupefacenti, ma anche e soprattutto per il dilagare del suo consumo tra i più giovani".

E ancora: "L'impegno e il lavoro svolto quotidianamente dagli appartenenti alle forze di polizia nelle piazze dello spaccio di tutti i centri urbani è, infatti, oggi mortificato dall'impossibilità, di fatto, di applicare misure limitative della libertà personale nei confronti dei soggetti sorpresi in flagranza di reato di cessione di stupefacenti e regolarmente rilasciati dopo meno di 48 ora".

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