Le due cugine travolte e uccise. Il pirata sul Suv fugge ubriaco

L'auto delle ragazze è stata speronata, l'uomo con un tasso alcolico tre volte oltre il limite. Ferite le due figlie, una grave

Le due cugine travolte e uccise. Il pirata sul Suv fugge ubriaco

Era ubriaco, eppure, quando ha realizzato che l'incidente da lui provocato era gravissimo ha avuto anche l'indecenza di fuggire. L'urto è stato tremendo. Le forze dell'ordine lo hanno scovato nei campi poco distante, tra Villotta di Chions e Azzano Decimo in direzione di Conegliano. Più in là, il disastro da lui causato: sull'autostrada le lamiere di una piccola utilitaria, una Panda, travolta e stropicciata come una cartaccia dal suo Suv.

Quando sono arrivati i soccorritori, si sono trovati davanti all'orrore, a bordo i corpi senza vita di due giovani donne, Jessica Fragasso, 20 anni, residente a Mareno di Piave, e Sara Rizzotto, 26 anni, di Conegliano. Dietro, nei sedili posteriori le figliolette di Sara ferite; due bambine piccole, una di due anni e l'altra appena nata. È lei quella ferita in modo più grave, con una emorragia bilaterale e si trova nel reparto di Terapia Intensiva neonatale. Entrambe sono state trasportate in ospedale a Udine dalle ambulanze del Suem 118 e attualmente si trovano ricoverate nei reparti di neurochirurgia e neonatalogia. La prognosi è riservata.

Due sorelline che hanno perso la mamma alla fine di una bella domenica di sole, quando le due cugine molto legate tra loro, avevano deciso di approfittare del bel tempo per fare una passeggiata a Caorle, un po' di sole per le bambine, una giornata semplice, come tante. Stavano rientrando a casa dopo aver trascorso la domenica insieme, poi, la gita si è trasformata in tragedia quando alle 19.40 del 30 gennaio in A28 quando sulla loro strada hanno incrociato quel maledetto Suv lanciato a tutta velocità.

Alla guida un uomo di origine bulgare ubriaco. Per le due donne, sedute sui sedili anteriori dell'utilitaria, non c'è stato nulla da fare: sono morte sul colpo per le ferite riportate a causa del violento impatto. Sara lavorava come infermiera all'Ulss 2, era stata assunta nel febbraio 2019 e assegnata al Sisp (Servizio di Igiene e Sanità Pubblica) di Conegliano. Il direttore generale Francesco Benazzi ha espresso a nome di a tutta la comunità dell'Ulss 2 vicinanza «alla sua famiglia in questo drammatico momento».

L'uomo fermato dalla Polizia Stradale è risultato fortemente positivo all'alcoltest, effettuato poche ore dopo il momento dell'incidente: aveva un tasso alcolico oltre tre volte il consentito. L'uomo, di 61 anni, di origini bulgare, residente nel Pordenonese, è accusato di omicidio stradale colposo plurimo aggravato, omissione di soccorso, fuga. Secondo quanto ricostruito dalla polizia stradale di Pordenone, che ha svolto i rilievi dell'incidente, il Suv dell'automobilista bulgaro ha prima speronato una Fiat 500 su cui viaggiavano i genitori di Jessica e poi la Fiat Panda. Sotto choc gli occupanti della Fiat 500, che hanno visto tutta la scena. Per calmarli è stato necessario l'intervento degli agenti della Polizia stradale e del personale del 118. Entrambi sono stati poi trasferiti all'ospedale per accertamenti.

Lui invece ci ha messo un attimo a decidere cosa fare: ha superato le recinzioni dell'autostrada per dileguarsi a piedi. Dimitri T.

, imprenditore bulgaro del ramo trasporti con la ditta a Chions, residente a PordenoneÈ stato catturato poco dopo, verso le 22 circa: si trova in stato di fermo: è accusato di omicidio stradale colposo plurimo aggravato, omissione di soccorso, fuga.

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