Coronavirus

Le due "fazioni" contrapposte: una lite furibonda nel governo

Tensioni per il nuovo Dpcm tra chi chiede misure forti e chi mira a rimandare la stretta. La lite furibonda sulla chiusura di palestre e piscine

Le due "fazioni" contrapposte: una lite furibonda nel governo

I contagi da Covid-19 tornano a crescere, le misure di contenimento entrano nuovamente nelle dichiarazioni di politici e virologi. E nel governo si ritorna alle due fazioni, delineatesi nei mesi dell'emergenza: da una parte chi vuole misure restrittve pesanti, dall'altra chi cerca di rinviarle.

La lite furibonda che, secondo le indiscrezioni del Corriere della Sera, avrebbe scosso il governo sarebbe da attribuire allo scontro tra il ministro della Salute, Roberto Speranza, e quello dello Sport, Vincenzo Spadafora. E la ragione della lite sembra girare attorno al nodo sulle misure per palestre e piscine, che Speranza avrebbe voluto chiudere. "Perché i cinema e i teatri restano aperti e le palestre devono chiudere? Non è possibile che qui si tutelino le attivite dei ministri più influenti", ha tuonato Spadafora, stando al retroscena descritto da Repubblica.

Nulla da fare per il ministro della Salute, dato che nel nuovo Dpcm non viene indicato il blocco di queste due attività, sembra anche grazie alla decisione del premier Giuseppe Conte, che avrebbe bocciato la strategia del "pugno duro". Per il momento, infatti, piscine e palestre rimarranno aperte. Ma ieri, lo scontro avrebbe interessato anche il Comitato tecnico scientifico, a detta del Corriere: anche gli scienziati si sarebbero divisi tra prudenti e integralisti. Il risultato è l'ultimo Dpcm, formato da 12 articoli, contenenti restrizioni sulle misure per bar e locali, ma senza una stretta forte.

Al di là della presunta lite tra Spadafora e Speranza, nel governo sembrano essersi delineate due fazioni distinte. Da una parte, ci sarebbero i "rigoristi", giudati dal ministro dem Dario Franceschini e da Speranza, che vorrebbero spostare la linea del governo sul "pugno duro", per combattere la diffusione del Covid-19. "È vero che abbiamo rafforzato gli ospedali e aumentato il numero di tamponi - ha commentato Franceschini -Ma io voglio mettere in sicurezza il Paese e se c’è da pagare per ristorare esercenti e imprenditori, paghiamo".

Dall'altra parte, c'è la fazione dei ministri che vorrebbero rimandare le misure restrittive: secondo Repubblica, si sarebbero schierati da questa parte i ministri dell'Economia e dello Sviluppo, spalleggiati da Giuseppe Conte. "Dobbiamo tutelare salute ed economia", ha chiarito il premier sottolineando come l'italia non possa "permettersi una nuova battuta d'arresto che finirebbe per compromettere severamente l'intero tessuto economico".

Per questo, è necessario "agire mettendo in campo tutte le misure necessarie a scongiurare un nuovo lockdown generalizzato".

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