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Durigon e la doppia morale 5s: cosa dimenticano...

Il MoVimento 5 Stelle si affretta nel chiedere le dimissioni di Claudio Durigon dopo le frasi sul parco di Latina. Ma il doppiopesismo è una costante grillina

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La bufera scatenatasi sulle frasi del sottosegretario Claudio Durigon può contare sul sostegno grillino: sono tanti gli esponenti del MoVimento 5 Stelle che in queste ore domandano al leghista le dimissioni dal governo. Si parla di una mozione di sfiducia caldeggiata per settembre dal Partito Democratico, dai pentastellati e da Leu.

La tempesta si è scatenata dopo la proposta di reintitolazione di un parco di Latina ad Arnaldo Mussolini. Si è allineato anche l'ex premier Giuseppe Conte che, come riportato da Il Fatto Quotidiano, ha chiesto un passo indietro al leghista, stigmatizzando le parole del sottosegretario al Mef: "...aberrante voler cancellare anni di lotta alla mafia e il sacrificio dei nostri uomini migliori, per giunta allo scopo di restaurare il ricordo del regime littori", ha detto, tra i vari punti toccati sulla vicenda, l'ex presidente del Consiglio.

Quella zona del capoluogo pontino, ad oggi, è intitolata a due eroi della nostra nazione: Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Ma il doppiopesismo è sempre dietro l'angolo quando si tratta di registrare l'atteggiamento politico del MoVimento 5 Stelle, che pure sulle ideologie del novecento sembra assumere posizioni differenti a seconda del momento vissuto. Un po' come capita con tutto.

Basta tornare al recente passato per rintracciare alcune frasi scritte da Roberta Lombardi, oggi assessore alla Transizione ecologica e digitale della Regione Lazio. Le idee della Lombardi sono state immortalate all'epoca nel suo blog. Si trattava di frasi secondo cui "il fascismo, che prima che degenerasse aveva una dimensione nazionale di comunità attinta a piene mani dal socialismo, un altissimo senso dello Stato e la tutela della famiglia".

Certo, poi il consigliere regionale ha aggiunto che "sono 30 anni che fascismo e comunismo in Italia non esistono più". Ma è una motivazione che i grillini sembrano reputare valida per loro e non per chi fa parte di schieramenti differenti come Durigon. Le posizioni della Lombardi hanno scatenato polemiche, ma la pentastellata è una punta di diamante tra i pochi grillini che sono riusciti a misurarsi con l'amministrazione territoriale. E nessun provvedimento è stato preso ai tempi dal MoVimento 5 Stelle per quelle uscite.

C'è poi la storia del "Museo del Fascismo" a Roma che, nonostante la chiave interpretativa antifascista dell'ex grillina Gemma Guerrini, ha comunque scatenato un putiferio tra intellettuali, colleghi di partito e base elettorale, con il sindaco di Roma Virginia Raggi costretta a bloccare tutto per via del pericolo "fraintendimento". La Guerrini ha poi lasciato il MoVimento 5 Stelle per il gruppo misto nel marzo del 2021, proprio in polemica con chi oggi si ricandida per un secondo mandato sullo scranno più alto della capitale.

Le dichiarazioni di Bruno Astorre svelano come il Pd non fosse persuaso dalle argomentazioni anti-fasciste dei grillini: "...difficile da credere, ma con la giunta Raggi accade che si possa immaginare di avanzare il progetto della sua maggioranza in Campidoglio per un museo del Fascismo a Roma. Sarebbe uno schiaffo, un insulto...". Il MoVimento - si sa - ha la richiesta di dimissioni facile. Ma solo in alcuni particolari frangenti.

Il consigliere comunale di Torino Monica Amore, come ripercorre Repubblica, è balzata agli onori delle cronache per aver postato contro il gruppo Gedi "caricature razziste, tristemente note perché tra la fine dell'800 e fino agli anni Quaranta del '900 venivano usate per raffigurare gli ebrei". Come deduciamo dal profilo Facebook del consigliere, la Amore è ancora un 'esponente del MoVimento 5 Stelle torinese. Puntuale è arrivata la lettera di scuse alla Comunità ebraica, come si legge su La Stampa. Di dimissioni dall'incarico nel consiglio o dal partito però neppure l'ombra. Chissà se la Appendino chiederà all'Amore sostegno in lista per le amministrative di ottobre.

Come dimenticare, poi, la "gaffe" sul profilo di Carlo Sibilia, che attualmente ricopre la carica di sottosegretario al ministero dell'Interno? Erano i tempi del Restitution Day e sul profilo di Sibilia veniva postato quanto segue: "Cosa dire di una stampa che oscura il Restitution Day? L'evento più rivoluzionario dagli omicidi di Falcone e Borsellino?". L'intento di Sibilia non era certo quello di esaltare gli atti che hanno portato alla morte due eroi della nostra patria: questo è ovvio. E il grillino, avendo in quel caso i social come scenario, ha anche potuto rimuovere il post e fornire tutte le spiegazioni.

Claudio Durigon, invece, la frase sulla intitolazione l'ha detta in un comizio. Quindi il leghista non può "rimuovere" nulla Il sottosegretario del Mef ha già spiegato di non avere alcuna intenzione di cancellare la memoria di Falcone e Borsellino, ma ai grillini questa volta non basta.

Perché nella bufera non c'è uno di loro.

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