«Al di là di tutto il centrodestra oggi è più forte. E se vinciamo qui non ci fermano più». Il giorno dopo la «reunion» siciliana - che gli stessi partecipanti hanno ribattezzato come il «patto dell'arancino» - Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia riflettono sulle conseguenze di una cena che si sarà pure trasformata in un semplice brindisi serale con spuntino ma che ha comunque riacceso il dialogo e riavviato il motore dell'alleanza, con i volti dei protagonisti decisamente più distesi all'uscita dal ristorante.
I tre leader - con l'aggiunta di Lorenzo Cesa presente anche lui alla Trattoria al Cavaliere e al lavoro per la costruzione della quarta gamba del centrodestra - attendono con il fiato sospeso il risultato siciliano e lo spoglio di lunedì. La certezza è che ci si appresti ad affrontare una grande prova, un test che in caso di vittoria potrebbe consentire di presentarsi con il vento in poppa al match delle Politiche, cavalcando il risultato dell'isola. I contenuti verranno, spiegano i dirigenti dei tre partiti, ma era importante rompere il ghiaccio. E il clima che si è creato viene giudicato positivo da tutti. Tanto che dopo tanta melina e tanti rinvii, si è invertito lo schema ed è lo stesso Salvini a dire che è arrivata l'ora di vedersi. Da martedì, insomma, si inizierà a fare sul serio e si stringeranno i bulloni del patto, sperando che il tonico del risultato siciliano aiuti a far prevalere i fatti sulle chiacchiere.
«L'intesa non è stata raggiunta perché intese così complesse sui destini degli italiani non si raggiungono in un'ora e mezza a cena. Bisognerà vedersi per parlare concretamente di come realizzare quel programma» dice Giorgia Meloni. E anche Matteo Salvini si attesta sulla frequenza del dialogo necessario. «Parlare è sempre utile, abbiamo parlato di cose da fare e non di posti da spartire. Ho chiesto un incontro non a tavola ma con la penna e il foglio di carta per mettere nero su bianco che idea abbiamo dell'Italia». Per questo nel prossimo fine settimana Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni potrebbero incontrarsi a Milano per discutere dei nodi da sciogliere e dell'eventuale programma per il rilancio dell'alleanza di centrodestra.
Di certo tutti concordano che i tempi sono maturi per un deciso cambio di passo. Anzi più che maturi i tempi sono stretti perché qualora si vada a votare a marzo restano novanta giorni per definire programma, collegi e relativi candidature. «Serve una full immersion, bisogna mettersi al lavoro con tavoli tecnici no-stop, lavorando fianco a fianco» dice Maurizio Gasparri. Anche perché oltre a definire una road-map per le Politiche bisogna scegliere i candidati per Lazio, Lombardia e Molise (poi sarà la volta di Friuli, Valle d'Aosta, Trentino Alto Adige e Basilicata).
Di certo si attende con impazienza che il governo definisca i nuovi collegi (la nuova mappa dovrebbe essere pronta per fine novembre).
Poi bisognerà aprire una trattativa non facile con la Lega che soprattutto in Veneto sembra pronta ad avanzare pretese giudicate eccessive da Forza Italia. Spetterà a Paolo Romani, Renato Brunetta e Niccolò Ghedini stemperarne le tentazioni egemoniche e trattare per ottenere pari dignità.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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