E Bologna taglia Romanovsky. Se la perdita della tolleranza ci rende simili al putinismo

Si può gioire per la vittoria dei nostri principi ma ora ci attende un'escalation ideologica

E Bologna taglia Romanovsky. Se la perdita della tolleranza ci rende simili al putinismo
00:00 00:00

Bene. La democrazia è salva. La Reggia di Caserta ha disposto l'annullamento del concerto diretto dal direttore d'orchestra russo Valery Gergiev previsto il 27 luglio nell'ambito della rassegna "Un'Estate da Re". Motivo: le sue note posizioni filo putiniane.

La tolleranza era la cosa che più ci distingueva dalla Russia di Putin, adesso siamo un po' più simili a loro. Curioso. Per combattere la propaganda puti-fascista abbiamo applicato una censura fascio-putiniana. Perfetto.

Ora. Si può anche gioire per aver vinto una pessima battaglia di principio. Ma ci preoccupa l'allargamento della guerra. Non quella militare, ma quella ideologica. Abbiamo eroicamente fermato Gergiev - che non ha preso le distanze da Putin - sul fronte del cortile vanvitelliano della Reggia di Caserta. A Bologna hanno schierato l'artiglieria per abbattere Alexander Romanovsky, superbo pianista - ucraino peraltro - invitato a suonare il 5 agosto in un evento di "Bologna Estate". Nel 2022 si esibì a favore di telecamere russe davanti al teatro bombardato di Mariupol, una cosa da cui non ha mai preso le distanze. Hanno tirato giù anche lui. Concerto annullato.

E i prossimi chi saranno? Ci permettiamo di segnalare nel caso qualcuno li inviti - Ildar Abdrazakov, uno dei migliori bassi al mondo, e anche lo strepitoso pianista Denis Matsuev. Molto bravi. Ma non hanno mai preso le giuste distanze da Putin. Come Anna Netrebko, soprano per eccellenza, che ha preso sì le distanze da Putin; ma tardi, e comunque - dai - non erano sincere...

Attenzione. A proposito della rassegna "Un'Estate da Re" alla Reggia di Caserta, dove doveva dirigere Gergiev. Ad aprire il cartellone è stato il nostro Toni Servillo. Ma dato che non ha preso le distanze da Gergiev il quale non le ha prese da Putin, l'attore è stato contestato sui social. In una sorta di colpevolizzazione per proprietà transitiva è già girato il post "Servillo di Putin". Adesso si provvederà a sistemare per bene anche gli spettatori che hanno applaudito Servillo senza contestarlo.

A proposito di cinema. Nei guai è finita anche Maura Delpero, la regista di Vermiglio. Pochi giorni fa l'hanno accusata di non essersi opposta al fatto che il suo film sia stato portato a Mosca, proiettato in lingua originale con i sottotitoli in cirillico, nell'aula magna del "Garage", la galleria d'arte di Roman Abramovic. Non si è capito però da chi o cosa avrebbe dovuto prendere le distanze la Delpero. Dal suo produttore? Dal suo distributore? Dai moscoviti? Da Abramovic? Da Putin?

La censura in casi come questi è una cosa bellissima. Ma bisogna stare attenti ad allargarla troppo. Prima o poi tutti, per una cosa o per l'altra, rischiano di essere passibili di censura.

E se domani un famoso direttore d'orchestra israeliano, che non ha preso le distanze da Netanyahu, fosse invitato a dirigere in qualche parte del mondo? O se invitassero un musicista palestinese che non ha preso le distanze da Hamas? E cosa facciamo con la piddina Pina Picierno quella che si è intestata la pessima vittoria contro Gergiev che tempo fa incontrò a Bruxelles il think tank di destra-destra "Israel Defense and Security Forum" senza mai prenderne le distanze?

Non abbiamo risposte. Ma intanto, non si sa mai, iniziamo a prendere le distanze da Pina Picierno.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica