E la Cgil lancia lo sciopero preventivo

Protesta contro una manovra economica che ancora non esiste

E la Cgil lancia lo sciopero preventivo
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Nasce lo sciopero ideologico preventivo, la mobilitazione sindacale da pregiudizio o da retropensiero consolidato. Uno sciopero da tenersi ancora prima di leggere la legge di bilancio del governo di centrodestra, anzi ancora prima che la Finanziaria sia stata scritta. Una sciopero a scanso di equivoci, insomma, perché non si sa mai che l'esecutivo tiri fuori dal cassetto qualcosa di buono e ci si possa scontrare con proposte e contenuti interessanti.

Sarà forse per confermare la convinzione che gli italiani leggono poco (o che preferiscono non applicarsi alla comprensione dei testi). Fatto sta che il leader della Cgil Maurizio Landini (tondo) ha deciso di innovare la prassi dei rapporti sindacali con il governo e da Brescia, nel corso di una iniziativa della Fiom Lombardia, ha spiegato così la decisione adottata nei giorni scorsi dall'Assemblea generale. «Io chiedo al governo che cominci a discutere con il sindacato, cosa che non sta facendo. Ci sono una serie di tavoli finti. Scenderemo in piazza anche per questo», ha detto, ai microfoni di Tg3 Lombardia. Uno sciopero, ribadisce, «contro la legge di bilancio: faremo una consultazione straordinaria tra i lavoratori a settembre e non solo per chiedere se mobilitarsi e per capire come vogliamo farlo».

Nel ventaglio delle rimostranze e nel cahier de doléances sindacale potrebbe peraltro presto entrare anche la questione del salario minimo, su cui la convergenza della Cgil con Pd e Cinquestelle è stata immediata e su cui domani la commissione Lavoro di Montecitorio si esprimerà, decidendo la sorte dell'emendamento soppressivo proposto dalla maggioranza, in attesa di una possibile trattativa e di un punto di incontro che potrebbe forse essere trovato alla ripresa dei lavori parlamentari a settembre.

Certo per alzare la temperatura e avere il classico «autunno caldo» ci sarebbe anche un problema di tempistica, considerato che l'attesa per confrontarsi con qualcosa di concreto potrebbe essere lunga. Siamo a luglio e prima della Legge di Bilancio ci sarà la Nota di aggiornamento al Def, da presentare alle Camere entro il 27 settembre, poi il Documento Programmatico di Bilancio (entro il 15 ottobre ai fini della comunicazione delle previsioni da inviare a Bruxelles). A quel punto il progetto di legge di bilancio verrà presentato alle Commissioni Parlamentari nella seconda metà di novembre per arrivare a chiudere la partita con il voto finale delle Camere fra Natale e Capodanno.

Cosa fare dunque fino alla fine dell'anno? Assecondare il richiamo della foresta e annunciare uno sciopero generale. Una soluzione che spinge anche Matteo Salvini a sfottere Landini. «Landini convoca adesso per ottobre uno sciopero generale, contro una legge di bilancio che ancora non c'è. Contro l'Italia, contro lo sviluppo e la crescita, contro i lavoratori. Sarà il caldo». scrive su Instagram il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini, commentando le parole del segretario della Cgil.

Il campo dei perplessi, peraltro, si allarga anche all'opposizione, con Luigi Marattin, deputato di Azione-Italia Viva e già presidente della Commissione Finanze della Camera nella scorsa legislatura. «Io sono personalmente convinto che sia molto probabile che questo governo farà una brutta legge di bilancio.

Detto ciò, convocare uno sciopero generale contro la legge di Bilancio, tre mesi prima che la legge di Bilancio sia scritta, non l'avevo davvero mai visto» scrive su Twitter. «Se questa roba dia maggiore o minore credibilità all'opposizione (in questo caso sindacale) lo lascio decidere a voi», conclude.

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