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E in città tornano le vigne: ecco il Villaggio del vino

Si chiama Milano wine garden . Ma è qualcosa di più e di diverso di un semplice giardino a Milano, dove poter degustare un buon calice di vino in tranquillità. Primo, perché si trova nel cuore antico della città, dentro l'Oratorio della Passione della Basilica di Sant'Ambrogio. Secondo, perché su un bel fazzoletto di terreno è stato ripiantato un vigneto. Ri-piantato perché, come ha spiegato Alessandro Sallusti direttore del Giornale intervenuto alla presentazione, «500 anni fa, qui, in pieno centro, le viti c'erano. E ora questa è una bella suggestione». Già, una suggestione fatta di «tanta buona volontà» diventata realtà grazie ad Alessandro Costantini. Di cosa si tratta? È un «villaggio del vino» dove il nettare degli dei diventa cultura, tra libri, etichette, mostre, conferenze e immancabili degustazioni. È una (splendida) vetrina per 50 produttori che provengono da ogni parte d'Italia. «Non ci sono grandi brand - ha sottolineato Costantini, senza nascondere una certa emozione - ma realtà anche molto diverse tra loro che raccontano un prodotto fondamentale della nostra cultura popolare». È un luogo di relax, dove c'è il vigneto e si scopre come nasce il vino. Dove sono previste degustazioni classiche ma anche «sensoriali». Dove c'è un'area giochi per i bambini e dove si ci saranno show cooking ma anche cene e pranzi. Sarà aperto tutti i giorni, dalle 10 alle 22. «Un'idea geniale», l'ha definita anche Alessia Berlusconi, produttrice ma soprattutto appassionata di vini, tanto da averne ideato uno a bassa gradazione alcolica dall'eloquente nome «9.9». Un'idea che è diventata concreta grazie anche a don Erminio de Scalzi, abate della Basilica che ha offerto quest'angolo privilegiato datato 1473.

«Perché - ha detto - c'è scritto anche nella Bibbia: il vino rallegra il cuore dell'uomo».

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