E in F1 finisce l'epoca dei padri padroni

Addio gestione carismatica. D'ora in poi a comandare sarà il mercato

E in F1 finisce l'epoca dei padri padroni

Pronti e via, e il titolo a Piazza Affari è crollato. Come se Vettel dalla pole avesse sbagliato la partenza. Poi, in giornata, il titolo ha recuperato. Come se Vettel ci avesse regalato un'impresa tutta di sorpassi mozzafiato.

Impossibile nell'immaginario separare la Ferrari lusso e bolidi, per soli milionari, dalla Rossa che corre in F1. Ma è doveroso farlo. Perché ieri Marchionne ha detto cose grossissime dal punto di vista sportivo, cose riassumibili in un tonante «quest'anno ci presenteremo a Melbourne, per la prima gara, come la squadra da battere». Concetto di peso che per trovare un corrispettivo nel mondo economico-finanziario bisognerebbe scomodare annunci fantasiosi tipo metteremo in produzione una Ferrari da strada che va a 320 all'ora e consuma 3 litri ogni 100 km... E vien da sé che una notizia simile farebbe impazzire il titolo al rialzo perché legata a un piano industriale non allo sport.Invece, dopo la frase sportiva del presidente, il titolo non è impazzito. Perché lo sport va a braccetto col tifo e la Borsa lo sa.

Per cui anche Marchionne viene ritenuto tale: un tifoso doc. Non a caso sono invece impazzite le quote dei bookmaker, da 17 a 4,30 il titolo costruttori. Per questo a Maranello non si attendono oscillazioni del titolo legate a pole, Gp e Mondiali. Così come non hanno mai registrato flessioni sul mercato in seguito a sonore sconfitte in pista. Per dire: quando nel 2010 la Ferrari di Alonso si fece beffare ad Abu Dhabi gettando via un mondiale già vinto, Maranello continuò a inanellare record di vendite. Per dire: gli Stati Uniti, dove la F1 non è amata, dove spesso la F1 neppure corre, restano il principale mercato della Rossa.L'impatto della quotazione sulla Ferrari Corse sarà diverso: segnerà la fine di un'epoca. E questo sì che si farà sentire.

Con il listino si chiude l'era padronale dei due uomini chiave della storia ferrarista: il fondatore Enzo Ferrari e il presidente Luca di Montezemolo. Un esempio fra tanti: un tempo quando c'era un pilota da coccolare, sarebbe stato un attimo decidere di mandare un jet o un elicottero a prenderlo per velocizzare trattative e snellire i malumori. D'ora in poi l'attimo sarà più lungo e dovrà essere giustificato. Visto che ci saranno gli azionisti a cui rendere conto. Ecco, cosa accadrà.

Che poi, pensando alla lepre Mercedes in F1, è cosa che a Stoccarda conoscono bene, visto che ogni anno, all'assemblea degli azionisti, c'è sempre un gruppetto di herr che alza la mano e chiede di piantarla con la F1. Troppo costosa. Ma tranquilli: alla Rossa questo non accadrà.

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