E alla fine a Euro 2016 ci scappa il morto: ucciso durante una rissa

È accaduto a Belfort dopo Francia-Germania Sessantenne colpito da un tavolino in ghisa

Francesco De Remigis

È tragico il post-partita di Germania-Francia. Un europeo di calcio già segnato dalle violenze ultrà ha registrato l'epilogo peggiore: la morte di un 60enne dopo una rissa avvenuta intorno alle 23,15 nella «fan zone» di Belfort, una cittadina della regione Borgogna-Franca Contea nella Francia nord-orientale, non lontana dal confine tedesco, tra Lione e Strasburgo. Pochi minuti dopo il triplice fischio dell'arbitro della semifinale (giocata a Marsiglia), all'esterno dell'hotel-ristorante Saint Christophe, davanti al municipio, l'uomo stava guardando la gara sulla place d'Armes, seduto a un tavolo all'aperto. Nel parapiglia tra tifosi, che le tv hanno definito «palesemente ubriachi», è stato colpito in faccia da un tavolino col piede in ghisa lanciato durante gli scontri. È morto in ospedale intorno alle 5,30. «È una sfortunata vittima collaterale», ha spiegato un responsabile della polizia citato da BFM-TV, spiegando che nella «fan zone» del centro storico di Belfort c'erano oltre 5mila persone. Le immagini della videosorveglianza del bar dove il 60enne era seduto e quella della piazza, sono allo studio degli inquirenti.

Ma i festeggiamenti dei tifosi francesi hanno riservato polemiche anche nella capitale, Parigi. Sugli Champs Elysées tutto è iniziato nella più festosa delle esultanze, dopo il triplice fischio che ha sigillato il passaggio della Francia in finale. Intorno all'una di notte gruppi di giovani francesi si sono scontrati con la polizia in assetto antisommossa, scagliando bottiglie di vetro e petardi. A decine hanno iniziato a scandire cori come: «Siamo a casa nostra». Hanno tentato di respingere i poliziotti, che solo grazie ai lacrimogeni hanno isolato la zona, impedendo l'accesso delle auto agli Champs Elysées. Messe in discussione ancora una volta le scelte della prefettura, che al concerto inaugurale sotto la Tour Eiffel era già sotto accusa sui social network.

Dopo la gara tra Inghilterra e Russia giocata a Marsiglia, e gli scontri in città, il ministro dell'Interno aveva vietato la vendita di alcolici nelle «zone a rischio», cioè le aree intorno agli stadi, ma non nelle «fan zone» come quella di Belfort. Le immagini di padri con in braccio i bambini, dentro il Vélodrome di Marsiglia, indifesi di fronte alla violenza degli ultrà russi, avevano fatto il giro delle tv mondiali. Il primo bis di violenze è arrivato a Lille a distanza di quattro giorni: Russia-Slovacchia. Polizia francese in tenuta anti sommossa costretta ai lacrimogeni per disperdere gli ultrà. Fino ai tesissimi minuti finali di Saint-Etienne (Repubblica Ceca-Croazia), con la pioggia di fumogeni dal settore croato che ha costretto l'arbitro a sospendere la gara e un vigile del fuoco sfiorato da un petardo.

Ora, con la Francia in finale e un morto in una città lontana dai riflettori (il bilancio è di due persone in custodia) il vicesindaco di Belfort Damien Meslot si dice «profondamente scioccato». La Francia invece guarda avanti. «Molto presto» potrebbe revocare i controlli alle frontiere ripristinando Schengen dopo gli attentati del 13 novembre a Parigi.

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