E il Fisco prova con l'"operazione simpatia"

Video comici e visite alle scuole nella nuova strategia comunicativa dell'Agenzia delle Entrate

E il Fisco prova con l'"operazione simpatia"

Roma - I contribuenti? Meglio abituarli fin da piccoli alle stangate. Da qualche anno l'Agenzia delle Entrate lo sta facendo in modo sistematico. È una delle gambe su cui poggia la (inquietante) «strategia del sorriso» messa in atto dall'erario con modalità sempre più bizzarre man mano che cresce la pressione fiscale. Come dire: abbiamo il record mondiale di tassazione, ma ricordatevi che, come disse Padoa Schioppa, le «tasse sono bellissime».Negli ultimi anni l'Agenzia si è inventata di tutto per fare la simpatica. Con esiti a volte imbarazzanti. È il caso del video «Pag & Tax alla scoperta del fisco», realizzato da un'agenzia di comunicazione: due comici, uno dei quali detto «Er Pesce», recitano un dialogo a base di sghignazzate e sguardi allucinati in cui si mettono alla berlina i cattivi, gli evasori, e si spiega perché è giusto sborsare mettendo in fila luoghi comuni come «se tutti pagassero il dovuto ci sarebbero servizi migliori per tutti e ciascuno pagherebbe di meno». Va detto che c'è una verità: se tutti pagassero, forse non si sarebbero spesi soldi dei contribuenti per realizzare il video che scopiazza, al limite del plagio, lo stile delle Iene. Come sempre in campo artistico, si distingue per attivismo la sezione Emilia Romagna dell'Agenzia che ha realizzato addirittura una serie di video, sotto il titolo «L'anima dell'agenzia», in cui i dipendenti si presentano in un serrato montaggio con frasi come: «Se dovessi spiegare il mio mestiere a mia figlia direi papà cerca di far pagare i furbi».Niente viene risparmiato al contribuente pur di educarlo, incluso un «crucifisco»: un schema di parole crociate che farebbe venire un'ernia alla famiglia Bartezzaghi.

Esempi di definizioni proposte: «Chi non paga i tributi», sette lettere. Oppure: «Li commette chi non paga le imposte», cinque lettere. Ma siccome bisogna pur incrociare, l'autore ci mette anche «La sigla di Ancona», due lettere e «Il Cristiano del calcio», sette lettere, forse scelto in opposizione a Messi, che con il fisco ha qualche problema di dribbling. Di maggior utilità, una volta entrata a pieno regime, potrebbe essere l'app per il telefonino lanciata lo scorso 21 dicembre: almeno promette qualche funzione utile, tipo conoscere lo stato della propria posizione in coda allo sportello.L'attività promozionale più consistente dell'Agenzia però è quella con le scuole. Incontri, visite alle sedi delle Entrate, concorsi per la classe che inventa il più creativo spot pro-tasse (e sarà un caso ma quelli creati dagli studenti sono sempre più efficaci di quelli creati dalle agenzie di comunicazione). Anche qui l'effetto a volte rischia di essere paradossale.

Perché sebbene gli scolari, agli incontri partecipano anche bambini delle elementari, non siano ancora pienamente consapevoli del peso delle tasse, il faccia a faccia riserva qualche imprevisto. Di recente un bimbo ha detto alla direttrice dell'Agenzia delle Entrate: «Mio papà mi ha detto di chiederle se almeno ora che è Natale potete abbassare le tasse». Tanto valeva chiederlo a Babbo Natale.

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