E la Merkel finisce per difendere gli anti-musulmani

BerlinoI jihadisti hanno stanato Pegida. Del tutto allergico alla stampa, fra domenica sera e lunedì il movimento tedesco dei «Patrioti contro l'islamizzazione dell'Occidente» si è concesso ai media. Domenica la polizia aveva decretato lo stop a ogni manifestazione a Dresda in seguito a «concrete minacce di morte» mosse contro il movimento islamofobico. Pegida, che dalle marce del lunedì trae la propria forza, ha reagito in televisione: «Non siamo xenofobi», ha scandito la rappresentante Kathrin Oertel, «ma il nostro compito è mettere in luce gli errori compiuti dal governo» in tema di immigrazione e di diritto di asilo. La Germania, va ricordato, è il primo Paese in Europa per ospitalità ai profughi in arrivo dal Medio Oriente. D'accordo con Oertel si è detto Alexander Gauland del partito euroscettico AfD, secondo cui lo stop a Pegida per paura della jihad rappresenta «l'inizio dell'islamizzazione dell'Occidente».

Contro il blocco decretato dalla polizia e a favore della libertà di espressione si sono spesi lo stesso portavoce della cancelliera Angela Merkel e il partito socialdemocratico, altrimenti durissimi nei confronti dei «patrioti». «Le opinioni disgustose di Pegida devono poter essere espresse», si è unito al coro il co-leader dei Verdi, Anton Hofreiter. La battaglia di Dresda va avanti. «Nessuno ci metterà la museruola», ha scandito lunedì mattina Lutz Bachmann, il fondatore del movimento obbligato a incontrare gli odiati giornalisti.

L'ostilità di Pegida per il mondo esterno non è riservata alla stampa. Lo ha spiegato un pool di ricercatori di tre Università tedesche guidati dal professor Dieter Rucht, specialista nell'analisi dei movimenti di protesta. I patrioti hanno pochissima fiducia nel governo, nel Bundestag, nei partiti, nelle banche e nei media, e salvano solo tribunali e polizia. Incuriositi dal fenomeno dei patrioti, i giornalisti hanno affollato la conferenza stampa. Gli assistenti di Rucht hanno spiegato che i sostenitori di Pegida sono all'80% maschi fra i 25 e i 64 anni, che si definiscono di centro nel 49% dei casi e di destra nel 33,3%, che hanno un buon livello di studio e che provengono in maggioranza da Dresda e dintorni. In nove su dieci sceglierebbero AfD alle urne e in molti temono la perdita dell'identità nazionale. La quasi totalità è contraria al velo islamico per le maestre in Germania e crede necessario limitare la costruzione di moschee. Tuttavia gli stessi ricercatori hanno ammesso di possedere dati solo parziali.

«A fronte di 670 questionari presentati ai manifestanti, ai quali è stato chiesto di rispondere online, hanno risposto solo in 123», spiega Piotr Kocyba dell'Università di Chemnitz.

«I dati in nostro possesso rappresentano quindi solo il segmento più istruito e più tecnologicamente avanzato dei “patrioti”. Avendo tuttavia ricevuto risposte tipicamente di destra, possiamo immaginare che il resto del movimento sia ancora più chiaramente caratterizzato in quella direzione».

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