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E nella manovra spunta la legge "salvapoltronifici": graziati i carrozzoni inutili

Basta non essere andati in rosso per non rientrare nei tagli. Cottarelli: «Incredibile»

E nella manovra spunta la legge "salvapoltronifici": graziati i carrozzoni inutili

Nascosto nelle pieghe della legge di Bilancio c'è un articolino salvapoltrone nelle società partecipate, la selva di 10mila carrozzoni molto spesso inutili in cui buttano i soldi gli enti locali italiani. Negli ultimi anni, dopo svariate inchieste giornalistiche, si è cercato di tagliare una parte delle migliaia di partecipate perennemente in rosso e - in 1.800 casi acclarati - con un consiglio di amministrazione da stipendiare ma senza neanche un dipendente. Poltronifici appunto. Ecco che invece il governo gialloverde, con uno slancio di puro statalismo, infila nella finanziaria una norma che cancella i tagli e riporta le lancette indietro.

Segnala l'Osservatorio sui conti pubblici della Cattolica di Milano diretto da Carlo Cottarelli, l'ex commissario alla spending review che già da consigliere di Palazzo Chigi aveva messo nel mirino la voragine della partecipate italiche: «Fra gli interventi previsti nel Disegno di Legge di Bilancio 2019 è stato inserito un articolo che (...) stabilisce che le disposizioni presenti in due commi fondamentali del Testo Unico sulle partecipate, quelli che determinano le tempistiche per la vendita delle partecipazioni e la perdita dei diritti sociali del socio pubblico nel caso in cui l'alienazione non avvenga, non debbano essere applicati fino al 31 dicembre 2021 se le partecipazioni pubbliche siano in società che abbiano registrato un risultato netto medio in utile nei tre anni precedenti».

Se questa norma fosse confermata nel passaggio parlamentare della legge di Bilancio «l'insieme di partecipazioni da alienare (già ridotto, a causa dell'eccessiva genericità dei criteri stabiliti nel Testo Unico) verrebbe ristretto ulteriormente, rendendo ancora più difficile il percorso di razionalizzazione delle partecipazioni pubbliche intrapreso negli anni passati». Cottarelli su Twitter la riassume in modo più semplice: «Incredibile: si salvano i poltronifici! Il disegno di legge di Bilancio include un articolo che annulla gran parte degli effetti della riforma delle 10.000 partecipate degli enti locali».

Già la riforma Madia delle partecipate lasciava aperte molte scappatoie per tenere in piedi i carrozzoni, a riprova di quanto sia arduo ridurre la spesa pubblica in Italia. Ma con la norma salvapoltrone del governo M5s-Lega, se confermata, sarà ancora più difficile sfoltire la giungla delle partecipate. Il criterio di salvare le società partecipate «che abbiano prodotto un risultato medio in utile» nell'ultimo triennio non significa infatti che le società messe in salvo servano davvero a qualcosa, oltre a mantenere degli stipendi. Spesso il poco utile prodotto, evidenzia l'Osservatorio, è infatti artificiale perché alimentato da finanziamenti pubblici o contratti di servizio con la pubblica amministrazione, «talvolta particolarmente onerosi». E poi non essere in perdita non significa che l'investimento pubblico sia giustificato dal punto di vista finanziario, «il capitale investito dovrebbe infatti garantire almeno un minimo rendimento, non semplicemente non causare perdite». Oppure potrebbe essere investito in altro modo, con un ritorno maggiore.

Ma col governo che punta alle nazionalizzazioni, tagliare le poltrone pubbliche sembra l'ultimo dei problemi.

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