Coronavirus

E ora rischia la famiglia. In arrivo la nuova stretta per locali, feste e sport

Stop alle 24 e niente soste davanti a ristoranti e bar. Limiti a eventi privati, più smart working. L'idea di vietare il calcetto. Il dubbio chiusure regionali. Il nodo contagi anziani-nipoti

E ora rischia la famiglia. In arrivo la nuova stretta per locali, feste e sport

L'impennata fa paura. Con più di 3800 focolai attivi, di cui 1181 nuovi nell'ultima settimana disseminati in tutte le province italiane (104 su 107) rilevati in famiglia in più di sette casi su dieci. E in vista della stesura del nuovo Dpcm di giovedì prossimo, si mettono sotto la lente di ingrandimento i contagi ora per ora, per capire che strade imboccare ed evitare tempi peggiori. Oggi il ministro della Salute, Roberto Speranza, incontra gli esperti del Comitato tecnico scientifico per capire quali strumenti vanno messi in campo da subito per arginare la diffusione del virus. E ieri il premier Giuseppe Conte ha riunito ministri coinvolti nella gestione della pandemia e capidelegazioni attorno a un tavolo e mettere nero su bianco alcuni punti fermi per la lotta contro il Covid. E si è trovato un accordo su diversi temi che potrebbero rientrare nel testo finale da presentare giovedì, 15 ottobre, data di scadenza dell'ultimo Dpcm attualmente in vigore. Si spazia dalla stretta sui controlli di locali che agevolano gli assembramenti, alla limitazione numerica alle feste in famiglia e alle cerimonie come battesimi e matrimoni, dal lavoro da casa alla stretta nello sport anche amatoriale.

SMART WORKING

Tutti d'accordo per potenziare e prolungare il lavoro da casa per non congestionare i trasporti e dare un'occhiata ai bambini costretti magari a casa per casi di Covid a scuola. Ma se i numeri dovessero peggiorare, si potrebbe far lavorare a distanza tutti tranne coloro che non siano costretti alla presenza (vedi alimentari).

FESTE

Contingentato il numero delle persone ammesse per le cerimonie come battesimi e matrimoni e anche funerali. In casa, invece, è consentita la presenza di trenta persone al massimo, ma dotate di mascherine se non conviventi.

LOCALI

Si va verso la chiusura anticipata dei ristoranti alle 23-24 come si sta facendo ormai in mezza Europa e per evitare capannelli pericolosi è vietato restare chiacchierare e bere fuori dai bar dopo le 21. Ma mentre nel governo alcuni esponenti sostengono i benefici di una chiusura anticipata dei locali nel Cts prevale la moderazione: le misure devono essere proporzionate all'epidemia. Se blocchiamo tutto adesso, si domandano gli esperti, cosa facciamo a novembre e dicembre con l'arrivo dell'ondata influenzale?

SPORT

Resta fermo anche il limite delle mille persone negli stadi e di 200 nei palazzetti dello sport. Ma si sta valutando se vietare anche sport di contatto amatoriali, come le partite di calcetto dove il rischio di trasmissione è altissimo.

TRASPORTI

Altra questione annosa sono i trasporti pubblici: l'80 per cento della capienza è molto superiore a quanto indicato più volte dal Cts e potrebbe essere ridimensionata come soglia anche se non si sa ancora di quanto.

DIVIETO DI SPOSTAMENTI TRA REGIONI

L'ultima drammatica decisione potrebbe anche riguardare il divieto dello spostamento tra le regioni. Ma non c'è accordo sul punto e l'ipotesi sembra ancora remota.

ASSEMBRAMENTI

Di questo si parlerà oggi con il ministro Speranza e il Cts. Che chiede di dare una bella stretta. Fuori ma anche dentro i locali che violano le regole di sicurezza. Così, secondo gli esperti, vanno incrementati i controlli che devono essere serrati e rigorosi e applicare sanzioni severissime. Insomma, pugno duro per chi trasgredisce. I militari delle «strade sicure» devono trasformarsi in controllori delle «mascherine sicure».

CONTAGI IN FAMIGLIA

Sono più di sette casi su dieci (il 77,6%) e per bloccare i contatti, si dovrebbe fare entrare anche in casa il distanziamento e la mascherina. Il nonno non dovrebbe più fare il baby sitter ai nipotini senza protezione o senza tenerli lontani due metri. Un discorso difficile, serve un salto culturale non indifferente perché il distanziamento va letto come protezione, non come un distacco.

TAMPONI

Al Cts ritengono «immorale» lo spettacolo delle code chilometriche di auto che si formano ai drive in delle grandi città con cittadini che vogliono sottoporsi ai test. E il paradosso è che la gente è consapevole al rischio ma le amministrazioni non sono all'altezza della domanda. Dunque, si devono legittimare vie più veloci e ramificate da affiancare ai tamponi per soddisfare le richieste.

Magari con tamponi più rapidi, o quelli salivari da comprare in farmacia.

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