Roma - Il tempo del reclutamento, della raccolta di idee, contributi, approfondimenti in giro per l'Italia non si è ancora concluso. Ma domani a Roma, all'Hotel Ergife, Stefano Parisi dopo il lungo tour di 35 tappe iniziato con il primo Megawatt di settembre tirerà le fila e farà il punto sul suo tentativo di costruzione di un nuovo soggetto liberale e popolare, saldamente ancorato al centrodestra.
Il messaggio sarà chiaro: alle prossime elezioni politiche (non alle Amministrative) Energie per l'Italia sarà in campo. L'obiettivo è diventare la «quarta casa del centrodestra», un soggetto attraverso cui dare rappresentanza a chi non si identifica in Forza Italia, Fratelli d'Italia e Lega ma ricerca una offerta politica con un taglio schiettamente liberale. Quindi avanti con proposte come taglio del debito pubblico attraverso una spending review rigorosa, lotta alla burocrazia, investimento forte nell'istruzione e riduzione delle tasse. Una ricetta opposta alle politiche fondate sulla spesa in deficit messe in campo da Matteo Renzi nei suoi mille giorni di governo al quale verranno rivolte critiche affilate e dettagliate.
Sull'Europa le posizioni saranno critiche, ma molto diverse da quelle del fronte sovranista. L'idea di fondo è che l'Europa vada ricostruita, non gettata via. Partendo dal presupposto che l'euro fu introdotto a condizioni per noi molto svantaggiose bisogna capire, spiegano, che uscirne sarebbe un dramma sociale, i nostri risparmi sarebbero svalutati, i nostri redditi dimezzati, soprattutto alla luce del peso schiacciante del nostro debito pubblico
Nelle intenzioni di Parisi esiste una quota di delusi, tra coloro che si sono rinchiusi nell'astensionismo o si sono rifugiati nel voto al Movimento 5 Stelle, che possono essere recuperati, rafforzando così le possibilità di vittoria del centrodestra. Il movimento si sta strutturando ovunque. Saranno presenti tra il pubblico i parlamentari che hanno sottoscritto la proposta di riforma costituzionale di Energie per l'Italia basata sulla sfiducia costruttiva. E politici locali ma anche nazionali che si sono avvicinati al movimento, come Maurizio Sacconi. Le porte sono aperte, «la domanda di partecipazione è forte», ripete Parisi, e per questo l'intenzione è quella di rifiutare i capilista bloccati, ma lasciare che tutti competano sui territori. L'intenzione è quella di pensare in grande, «non sarà una Ncd 2», sussurrano dal movimento. In questi mesi sono stati costituiti 18 gruppi di lavoro con 1.500 persone.
Sono stati aperti 200 circoli di Energie per l'Italia e una piattaforma web (www.energieperlitalia.com) come luogo di dibattito e confronto costruttivo. Un percorso che ora dovrà affrontare la tappa più dura: quella della prova del consenso e del giudizio degli elettori.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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