E replica alle uscite non concordate di Maroni: «Se devi dirmi qualcosa fai prima a chiamarmi»

Milano «I numeri di telefono li abbiamo, la prossima volta che devi dirmi qualcosa fai prima a chiamarmi». La battuta di Salvini a Maroni, durante il consiglio federale in via Bellerio, serve a distendere il clima del summit, dopo l'irritazione di Salvini per le uscite non concordate del governatore lombardo nei giorni scorsi. Ma anche a far capire che la linea politica della Lega la stabilisce il segretario federale, non altri («Tu pensa a governare la Lombardia che alla politica pensa Matteo» è il messaggio recapitato a Maroni dal consiglio). Anche quando le valutazioni sono molto diverse, come sull'alleanza con Ncd nelle prossime tornate elettorali. Maroni è convinto che non si possa prescindere per poter vincere da una coalizione allargata anche a Ncd, verso cui Salvini invece vuol tenere più distanza possibile. «Sono orgoglioso del governo della Regione Lombardia, tutti compresi - dice Salvini - Da Ncd in Lombardia mi aspetto il rispetto del mandato elettorale, ed è la cosa che stanno facendo. Ma a livello nazionale è chiaro che non si può fare una battaglia con chi massacra i Comuni».

Il governatore sembra allineato all'indirizzo maggioritario nel federale, dopo aver inaugurato in mattina nemmeno a farlo apposta l'Ospedale Salvini (Guido, però) di Garbagnate: «C'è l'unanime riconoscimento dello straordinario lavoro fatto da Matteo e l'impegno a sostenere la sua leadership e guida del movimento e non solo di quello», dice Maroni seduto a fianco a Salvini e Luca Zaia, il governatore del Veneto. Da lì, dice il segretario federale, dal Lombardo-Veneto, viene il «modello da esportare a livello nazionale, per rispondere a quelli che dicono che la Lega parla solo alla pancia. Se l'Italia del pinocchio fiorentino funzionasse come le dure Regioni che amministriamo noi crescerebbe quattro volte tanto. La Lega come unica forza alternativa di governo, ha come obiettivo vincere, non partecipare». E in serata alla presentazione de Il metodo Salvini , rincara la dose: «Renzi è molto più avanti di Mussolini quanto a controllo dell'informazione». E poi svela: «Mi hanno imposto la scorta ma quando posso prendo la metropolitana». La campagna partirà con la tre giorni (6-7-8 novembre) «Liberiamoci», a Bologna, una «liberazione nazionale» dal governo Renzi, che è un «mezzo tirannucolo che non ha neanche il fisico per fare il tirannucolo, ci chiama “bestie” ma siamo maggioranza nel Paese». Di nomi, liste e alleanze per Milano, Roma dove per la prima volta la Lega si presenterà (e Bossi fa la battuta: «La Lega deve prendersi la Capitale»), Bologna e le altre città al voto in primavera la Lega ne discuterà nella prossima riunione, dice Salvini. «I nomi a differenza di altri li facciamo quando li abbiamo. Non faremo corsa con riciclati, cerchiamo persone normali. Ma anche i politici sono persone normali. Non stiamo cercando superuomini». La scelta passerà da una trattativa con gli alleati, in particolare Forza Italia, ma non dalle primarie: «Quello delle primarie non è un tema che mi appassiona particolarmente» spiega Salvini.

Che annuncia anche la prossima nomina di una «segreteria politica», per gestire meglio il partito, che ogni tanto scappa di mano (le iniziative di alcuni al Senato, vedi Calderoli, andranno discusse prima d'ora in poi) al giovane leader, troppo impegnato tra tv e impegni a Strasburgo. Ma «a differenza di altri partiti «che begano tra maggioranze e minoranze», la leadership di Salvini non si discute: «La Lega è una e la sua linea è una sola con un unico obiettivo: prendere un voto in più di Renzi».

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