
"La rottamazione Quater (con incassi a 5,4 miliardi, di cui 3,2 erariali) da un lato evidenzia un'adesione superiore al previsto, dall'altro conferma la dimensione preoccupante degli omessi versamenti delle somme dichiarate, il 49% di quelle già scadute a fine 2024". La Corte dei conti lancia l'allarme sulla mancata riscossione - nel magazzino fiscale ci sono oltre 1,279 miliardi, di cui il 40% è sostanzialmente irrecuperabile - ma certifica la bontà della sanatoria sulle cartelle, già corroborata dai lusinghieri risultati record della lotta all'evasione che ha consentito di recuperare 32,7 miliardi (+1,7 miliardi rispetto al 2023).
Entro lunedì i 247mila contribuenti che al 30 aprile scorso hanno deciso di correre ai ripari e rientrare nel percorso di definizione agevolata dei propri debiti con l'Erario, riceveranno le lettere dell'Agenzia delle Entrate con i moduli precompilati per il piano di pagamento agevolato delle rate (a partire dal 31 luglio, in un'unica soluzione o in 10 rate entro il 30 novembre 2027, con interessi al 2% a decorrere dal 1° novembre 2023) e le informazioni per chiedere l'eventuale domiciliazione sul conto corrente. Si tratta delle cartelle affidate alla Riscossione datate dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022. La decadenza scatta per non aver versato nessuna, una o più rate o aver pagato dopo i cinque giorni di tolleranza o importi inferiore al dovuto, magari dopo la decadenza.
Se dunque solo un contribuente irregolare su due ha finora sanato (o sta per farlo) la propria posizione debitoria, c'è da sperare che la riapertura della Quater porti all'Erario le risorse necessarie per consentire all'esecutivo la riduzione graduale dell'Irpef sopra i 50mila euro - come annunciato dal viceministro dell'Economia Maurizio Leo (Fdi) - entro la fine della legislatura. Lo dicono i numeri. La Quater ha già permesso di recuperare 12,2 miliardi, di cui quasi 4 miliardi sono dell'Inps (sui 135,1 miliardi di crediti), secondo il direttore delle Entrate-Riscossione Vincenzo Carbone ne possono arrivare "fino a 38,5 miliardi", ragionevolmente si potrebbe chiudere a 25,8-27 miliardi.
Le rottamazioni precedenti hanno funzionato in media al 57%, con punte del 70% di adesione: dei 111,2 miliardi (con gli interessi sarebbero stati 161,7) che si sarebbero dovuti recuperare, se ne sono "persi" 63. Ma come ricordano i giudici contabili, nel 2024 sono aumentati "gli importi riconducibili al cosiddetto ravvedimento, sia spontaneo sia indotto dall'invio di lettere di compliance". Parliamo di oltre 4,5 miliardi, "di cui il 16% come spontanea adesione e il 32,6% da attività istruttoria".
Sull'eventuale adesione inciderà anche il congelamento dei carichi pendenti ma solo fino "all'integrale soddisfacimento del debito rateizzato". Il che vuol dire che già al 5 agosto, termine ultimo per il pagamento della prima (o unica rata), per chi non ha pagato ripartiranno le azioni di riscossione amministrativa. Purtroppo "l'attuale dimensione organizzativa della Riscossione" non sembra adeguata alla sfida.
È la stessa Corte a dirlo, con il presidente di coordinamento delle Sezioni Riunite in sede di controllo Enrico Flaccadoro, che chiede di "potenziare la riscossione coattiva e riconsiderata gli accertamenti legati all'estinzione delle società", vale a dire quelle che falliscono per non pagare le imposte e resuscitano sotto altro nome. D'altronde, oltre il 77% dei 10 milioni di italiani che ogni anno ricevono una cartella hanno avuto iscrizioni a ruolo nei tre anni precedenti.