“Matteo Renzi ha fatto un'operazione tattica ma non strategica che nel breve periodo gli riesce, ma nel lungo può nuocergli”. A dispetto della lettura che i principali quotidiani hanno detto di questa crisi, una fonte de ilgiornale.it molto vicina a Denis Verdini, spiega che la nascita del governo giallorosso non rappresenta una vera e propria vittoria per l’ex premier.
“Renzi puntava a spaccare il Pd e a fare la scissione ma, per ora, è uscito solo Calenda”, rivela la nostra fonte. Il senatore di Scandicci, come ama definirsi l’ex premier, non si aspettava che non solo Nicola Zingaretti rinunciasse alle elezioni (e quindi alla possibilità di disfarsi di lui), ma che addirittura ricevesse l’unanimità di consensi e standing ovation all’interno della direzione nazionale del Pd. Se da un lato l’ex premier può dichiararsi vincitore morale di questa partita perché ha evitato le urne, dall’altro lato rischia di rimanere fregato da Zingaretti. “Col taglio dei parlamentari, la possibilità di essere eletti si riduce e quindi i renziani non fedelissimi, alla lunga, per paura di non essere rieletti, saranno indotti a spostarsi con Zingaretti”, osserva il politico di lungo corso.
Il piano di Renzi, quindi, potrebbe essere riuscito solo a metà. Lui aveva tutto l’interesse a far nascere questo governo, ma ora ha la necessità che muoia il prima possibile. La durata del governo dipende da Renzi che controlla il gruppo dei senatori e, a Palazzo Madama, i numeri sono risicati.
Più passa il tempo e più i parlamentari si affezionano alla poltrona e l’idea di imbarcarsi in un’avventura, quello di un partito di stampo macroniano guidato da Renzi, alletta solo fintanto che ci sono delle chances di essere rieletti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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