E lo stile italiano è sempre più chic

Ferragamo, Biagiotti, Trussardi: l'innovazione è essere se stessi

Lucia Serlenga

La bandiera alla quale ho giurato fedeltà è la verità, diceva Schopenhauer. Quella alla quale i fan della moderna creatività si aggrappano è invece la moda italiana, vessillo di uno stile innovativo e credibile. Lo sa bene Fulvio Rigoni, il quarantenne design director della linea donna di Salvatore Ferragamo alla sua seconda prova. Questa volta partendo dalle suggestioni del raffinatissimo filmato Les Stars girato nel 1974 dal fotografo e profumiere francese Serge Lutens, il designer spiega di aver lavorato sulla dialettica di quattro aggettivi per disegnare il profilo di una donna in movimento. «Dinamica, lussuosa, confortevole e sensuale» racconta prima di mandare in passerella bellissimi cappotti in cashmere double con grandi colli per incorniciare il viso e tagli chirurgici per definire la silhouette; pellicce in muta naturale di breit, visone e castoro; straordinari piumini coat-size da indossare su tutto. Speciali i tronchetti con tacco a F e gli incantevoli guanti alti e sensuali.

All'appuntamento con la modernità arriva un altro storico brand italiano che nelle mani di Gaia Trussardi s'inserisce a pieno titolo fra i marchi più desiderati. «Trussardi è una famiglia italiana con i suoi codici estetici» spiega il direttore creativo della maison di Bergamo che non vuole piegarsi alle tendenze ma aggiornare una preziosa eredità. Così il suit ha la giacca impeccabile e il pantalone a trombetta, gli abiti di georgette propongono una stampa d'archivio sul tema dei gioielli, bomber e capospalla scelgono il velluto millerighe. Inutile dire che tutti i capi in pelle sono divini e fra loro la sottoveste di camoscio patchwork cucita con punti a contrasto e un cappotto a vestaglia in crosta testa di moro. Fra le borse, la più desiderata è l'iconica Lovy Bag con nuova corona metallica.

Laura Biagiotti osserva l'animo femminile mettendone in luce forza e fragilità, sex appeal e innocenza. E con la figlia Lavinia realizza una collezione giocata sul fascino dell'ossimoro: stampe che sfumano le sculture canoviane con effetti craquelé dei cretti di Burri, cappotto e tubino in double di cashmere che allinea grandi tessere di diversi colori, pull di cashmere di aspetto voluminoso ma lievi come piume e sensuali abiti di maglia di un rosso denso di emozioni definito alchemico come il nuovo profumo Roma Passione Donna. Italianissimo anche Gianluca Capannolo, designer di talento che ama silhouette essenziali e accostamenti inattesi di materie come il vinile con la lana bouclé, la vernice con la pelliccia di mongolia, le piume di Marabù per decorare il classico panno di lana. I vestiti più scenografici sono di forma ad A e utilizzano piume degradé o block color, mentre i pullover di lana presentano lavorazioni partchwork che richiamano il periodo dell'astrattismo. Insomma il made in Italy vince sul fronte dell'innovazione e del buon gusto.

L'alta eccellenza di Marcolin, per esempio, fa da garanzia alla nuova linea di occhiali da sole e da vista Moncler Lunettes lanciata ieri sera nella boutique di via Montenapoleone a Milano. Nato in Francia, il brand che ha fatto la storia del piumino sin dal 1952, è divenuto italiano dal 2003 dopo essere stato rilevato da un brillante presidente e amministratore delegato: Remo Ruffini.

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