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E su Putin torna il sospetto: si ricandida presidente?

Il leader russo favorevole ad abolire il limite di doppio mandato previsto dalla Costituzione

E su Putin torna il sospetto: si ricandida presidente?

Discetta su tutto, dal clima all'impeachment di Trump, davanti a quasi duemila giornalisti. Ma soprattutto solleva di nuovo il grande interrogativo: sta per caso puntando a cambiare la Costituzione per poter essere rieletto presidente, come si sospetta da tempo? Nella tradizionale e lunga conferenza stampa di fino anno, prima che un commando uccida un agente dei servizi segreti alla Lubjanka, sede dell'Fsb, Vladimir Putin affronta ogni questione rilevante della geopolitica internazionale. Difende Trump: l'impeachment è basato su «accuse totalmente inventate». Ricorda la Libia dell'epoca Gheddafi: «Prima della guerra era vicina agli standard europei». Critica la squalifica di 4 anni imposta dall'agenzia mondiale antidoping, la Wada, agli atleti russi: «Le punizioni devono essere individuali». Loda il premier inglese Johnson: «Ha compreso meglio gli umori della società sulla Brexit». E vuole che la statua di Lenin resti nella Piazza Rossa: «Almeno finché vita e destino di tanta gente resteranno legati ai successi del passato, agli anni sovietici».

Ma è soprattutto su una frase ambigua dello «zar» che si concentra ora l'attenzione sul futuro della Russia e del suo uomo-simbolo. Tema: il divieto di ricoprire incarichi pubblici per più di due mandati consecutivi, previsto dalla Costituzione. «Quello che possiamo fare in merito a questi termini - per più di due mandati consecutivi - è rimuovere la parola consecutivo quando si tratta della carica di presidente».

Dominatore della politica russa da un ventennio, Putin ha finora aggirato il divieto saltando fra le due più importanti poltrone politiche. Prima ha occupato quella di presidente dal 1999 al 2008 e poi, impossibilitato a ricandidarsi a causa del divieto costituzionale, è stato primo ministro dal 2008 al 2012, per ritornare sul trono del Cremlino nel 2012 ed essere riconfermato per altri sei anni, che scadranno nel 2024. Perciò le sue parole confermano i sospetti che, nel rimettere mano alla Carta, Putin possa garantirsi uno strapotere di lungo termine a cui sembra aspirare da tempo. Il leader russo pare essersi volutamente tenuto vago, per lasciare la porta aperta a vari scenari, inclusa la possibilità che al Cremlino arrivi un suo fedelissimo e lui si ritagli un ruolo diverso, fino alla possibile riconferma alla presidenza.

Ipotesi smentita, tuttavia, da Margarita Simonyan, a capo di Russia Today, la tv finanziata dal Cremlino.

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