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Ecco cosa può accadere ai piccoli risparmiatori con l'arrivo dello Stato

Il decreto prevede il rimborso al 100% per i bond subordinati in mano ai correntisti

Ecco cosa può accadere ai piccoli risparmiatori con l'arrivo dello Stato

Quali saranno le conseguenze del «Monte dei Paschi di Stato» per i risparmiatori?

Basiamoci sulle notizie al momento disponibili: viene azzerata l'operazione volontaria avviata la scorsa settimana di conversione dei bond in azioni; scatta, invece, la conversione di tutte le obbligazioni subordinate in azioni della banca. Ma con una compensazione in due fasi: nella prima l'istituto propone di scambiare le azioni frutto della conversione delle obbligazioni subordinate con obbligazioni non subordinate di nuova emissione. Secondo passaggio: il Tesoro acquista le azioni scambiate con le obbligazioni non subordinate di nuova emissione. Chi inizialmente deteneva bond subordinati si troverebbe quindi a possedere bond ordinari. Non è chiaro però a che prezzo avverrà il riacquisto delle azioni da parte del Tesoro, né si sa il prezzo utilizzato per convertire il nominale dei bond in azioni, nè sono note le condizioni dell'aumento di capitale con l'ingresso dello Stato: dettagli che potrebbero cambiare l'impatto sul futuro azionariato del Monte. I soci attuali sono destinati comunque a diluirsi pesantemente: chi oggi possiede l'1% del Monte, dopo l'aumento statale potrebbe ritrovarsi con lo 0,1 per cento.

La strategia del governo Gentiloni prevede che la conversione delle obbligazioni Tier 1 - sottoscritte per lo più da clientela istituzionale - avvenga a un valore pari al 75% del valore nominale mentre la conversione delle obbligazioni Tier 2 - sottoscritte per lo più dal cosiddetto retail - il valore sarà pari al 100 per cento, si legge nel comunicato diffuso nella notte di giovedì dopo il Consiglio dei Ministri. Tradotto: in un primo tempo convertiranno i bond in azioni, ma al termine del procedimento, dopo l'acquisto delle azioni da parte dello Stato, si troveranno in mano bond ordinari di valore pari all'investimento originario. Per questa categoria però va aperta una parentesi. Perché al comunicato del governo si aggiunge anche quello di Mps dove viene fornita una indicazione precisa. Sottolineando che «la banca darà corso ad una proposta di transazione rivolta agli investitori retail per porre fine o prevenire liti aventi ad oggetto la commercializzazione delle obbligazioni subordinate denominate «2.160.558.000 Upper Tier II 2008-2018» (il codice ISIN è: IT0004352586). Si tratta del bond emesso nel 2008 affinché l'istituto di Rocca Salimbeni facesse provvista per pagarsi (carissima) l'Antonveneta. Fu studiato apposta per i piccoli risparmiatori, con tagli minimi di soli mille euro, e distribuito agli sportelli del Monte durante la gestione Mussari. I sottoscrittori originari furono circa 37mila, gran parte non esperti e dunque con profili di rischio non adeguato.

Nella bozza del decreto «Salva risparmio», firmato ieri dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, vengono aggiunte altre informazioni: per tre titoli Tier1, sottoscritti in prevalenza dagli istituzionali, il valore è pari al 75% del nominale (85% nell'offerta volontaria di Siena) mentre per il Fresh 2003 è del 18% (20% nell'offerta della banca decaduta giovedì). Per i subordinati Tier 2 di Mps, sette emissioni in tutto, si conferma la conversione obbligatoria al valore nominale (100%). Nello stesso documento si legge anche che la garanzia dello Stato sulle nuove emissioni di bond da parte delle banche italiane potrà essere concessa dal Tesoro fino al 30 giugno, periodo prorogabile per ulteriori sei mesi previa approvazione della Commissione europea.

Nella trentina di articoli viene infine sottolineato che «la garanzia è onerosa e irrevocabile, le banche non devono abusare del sostegno ricevuto nè conseguire indebiti vantaggi in particolare nelle

comunicazioni commerciali al pubblico». Nel caso di Mps, il Tesoro potrà sottoscrivere o acquisire azioni del gruppo senese entro il 31 dicembre 2017. Sarà comunque la stessa banca ad acquistare i titoli per conto del ministero.

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