Roma La prima foto ricordo della Lega è in bianco e nero, i colori del suo atto di nascita (guarda il documento). È la prima volta che viene reso pubblico l'originale del documento: un atto notarile stipulato il 12 aprile del 1984 nella sede di Varese (e dove sennò?) dello studio notarile Franca Bellorini. Mancano otto anni all'arresto di Mario Chiesa con la conseguente esplosione di Tangentopoli e dieci alla formazione del primo governo Berlusconi, figlio dell'accordo che unisce la Lega al centrodestra.
Il movimento padano dunque spegne oggi trentadue candeline, trentadue anni da quando Umberto Bossi depositò l'atto notarile con cui nasceva il primo embrione del movimento, la Lega Lombarda Autonomista, che poi si salderà con Liga Veneta e Piemonte creando la Lega Nord. Ieri il Carroccio ha ricordato l'anniversario con un comunicato in cui si celebra l'intuito che ebbe allora il futuro Senatùr: «Bossi ne aveva partorito l'idea ed era perfettamente consapevole del successo che avrebbe avuto negli anni a venire». La notizia della nascita del partito passa inosservata alle cronache politiche dell'epoca, ma per poco tempo. Il successo del movimento è rapidissimo e anticipa di molto il boom conosciuto durante Tangentopoli. In tre anni la Lega Lombarda si radica prima a Varese, poi si espande nella regione e nel 1987 approda in Parlamento con l'elezione di Umberto Bossi al Senato. Così l'Ansa registrava l'evento: «Umberto Bossi, 46 anni, varesino, ex ricercatore all'università di Pavia, è il primo senatore della Lega Lombarda, il movimento autonomista che in provincia di Varese, dopo avere ottenuto alle amministrative un consigliere provinciale e tre consiglieri comunali, è da ieri sera il quarto partito». Primo commento di Bossi: «Sì, ci aspettavamo un consenso così alto alcuni dei nostri obiettivi sono l'assegnazione dei posti di lavoro con precedenza ai residenti in Lombardia da almeno cinque anni anche nell'ambito dell'apparato pubblico e della scuola, abolizione del soggiorno obbligato, la lotta alla mafia».
Alla Camera la Lega aveva candidato invece Giuseppe Leoni, un altro dei nomi che compaiono nell'atto notarile, mentre non c'è Roberto Maroni che pure è annoverato tra i cofondatori della Lega. Compare invece il nome di Manuela Marrone che Bossi conobbe due anni prima e sposò nel 1994.
È a casa sua che si tengono le prime riunioni del movimento le cui parole d'ordine fin da allora sono riconducibili al federalismo, vero chiodo fisso che Bossi riuscì a imporre al dibattito politico nazionale. Non ebbero ruoli di rilievo nella storia della Lega invece gli altri firmatari, Pierangelo Brivio, marito della sorella di Bossi, Marino Moroni ed Emilio Sogliaghi.
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