La parola d'ordine del ministro degli Interni è una sola ed è chiara: ripristinare la legalità. Per farlo il Viminale intende procedere con lo sgombero degli oltre cento immobili ancora occupati in tutta Italia. Per l'esattezza sono centoventisei le realtà mappate che il Ministero ha individuato seguendo un rigido criterio di tolleranza zero per gli sgomberi come ha spiegato Piantedosi: "Alcune occupazioni sono risalenti negli anni e per queste su tutto il territorio nazionale si sta procedendo secondo un ordine progressivo stabilito dalle prefetture". Il ministro ha poi aggiunto: "Come regola ci siamo dati sin dall'inizio quella di sgomberare entro 24 ore ogni edificio oggetto di nuove occupazione abusive. Infatti non se sono praticamente registrate più di nuove". Le indicazioni a prefetti e questori prevedono infatti di poter sgomberare nell'immediato le nuove occupazioni.
Dopo il Leoncavallo e Askatasuna il Viminale ha adottato la linea della tolleranza zero nei confronti delle oltre cento realtà ancora da sgomberare legate in prevalenza al mondo anarchico ed antagonista. Si tratta di Ventiquattro occupazioni in Lombardia, di cui ventitré a Milano, quarantanove nel Lazio, quindici in Campania, nove in Toscana, otto in Sicilia, sei in Piemonte. Ma sono presenti immobili occupati anche in Veneto, Puglia, Emilia Romagna, Liguria, Marche, Calabria, Abruzzo e Sardegna.
Tra le realtà più note nella capitale ci sono il CSOA Forte Prenestino, uno dei centri sociali più grandi d'Europa, e sempre a Roma si trova lo Spin Time nel quartiere Esquilino. Nato nel 2013 in un palazzo dell'Inpdap (oggi Inps) è occupato dal movimento per il diritto all'abitare Action ed è finito in più occasioni al centro delle cronache. A Torino, oltre ad Askatasuna, dal 1987 nel quartiere Lingotto si trova El paso, un centro sociale di grande rilevanza nella scena hardcore punk torinese.
Il più noto centro sociale bolognese è invece il Làbas, originariamente sito in una caserma abbandonata, è stato sgomberato nell'agosto 2017 con scontri tra gli occupanti e le forze dell'ordine. Oggi si trova in una nuova sede e ad aprile si è aggiudicato la gestione degli spazi vincendo una gara del comune di Bologna.
La difficoltà negli ultimi anni di sgomberare molti di questi centri sociali illegali nasce per un duplice motivo: da un lato non c'è mai stata una precisa volontà politica che ora invece il ministro Piantedosi ha definito in modo chiaro, dall'altro c'è una connivenza tra la sinistra e il mondo antagonista. Come emerso nel caso di Askatasuna, non solo vari consiglieri comunali sono stati eletti anche grazie ai voti antagonisti ma il comune aveva siglato un patto per legalizzare il centro sociale.
Molte di queste realtà sono inoltre collegate tra loro con una vera e propria rete antagonista che è arrivata ieri a Torino per dare il proprio supporto ad Askatasuna.
Come se non bastasse, gran parte delle realtà inserite nella lista del Viminale sono legate ai collettivi studenteschi che occupano le università, ai movimenti pro Pal che portano avanti la violenza nelle piazze, ai gruppi No Tav con numerosi arresti e condanne alle spalle.
D'altro canto lo ha detto senza giri di parole Giorgio Rossetto, leader di Askatasuna agli arresti domiciliari, parlando a Radio Onda d'Urto: "Spero che la risposta sia adeguata. Faremo di Torino la nuova Val Susa".
Nell'elenco del Viminale compaiono anche due realtà legate all'estrema destra, si tratta di CasaPound a Roma e dello Spazio Libero Cervantes a Catania. Colpisce però che la sinistra si soffermi sempre su questi due luoghi senza ricordare gli altri centoventiquattro.