Ecco il partito dei governatori di centrodestra

Dalla Lombardia all'Abruzzo, gli 11 presidenti uniti per tallonare il governo

Ecco il partito dei governatori di centrodestra

Roma - I governatori del centrodestra fanno squadra e lanciano un segnale al governo giallorosso, facendo capire che esiste un blocco e un contropotere di cui tenere conto, pronto a difendere gli interessi dei propri elettori.

Nella sede romana della Regione Lombardia va in scena il primo incontro fra i presidenti delle Regioni del centrodestra. «Si avvia un coordinamento politico che - spiegano in una nota congiunta - ha l'obiettivo di costruire proposte comuni su temi politici anche nazionali». L'obiettivo dichiarato è di «scambiare esperienze e buone pratiche che possano legare e rafforzare la collaborazione fra Regioni del Nord e del Sud in tutto il Paese. Il primo tema affrontato è stato quello della carenza dei medici, in particolare negli ospedali; un tema che intreccia la questione del numero chiuso nell'accesso alle facoltà di Medicina».

Il tavolo politico dei governatori di centrodestra assumerà un carattere permanente e cadenzato, in relazione agli incontri istituzionali della Conferenza delle Regioni. Nella sede romana della Regione Lombardia intervengono i presidenti di Abruzzo, Basilicata, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Molise, Piemonte (con l'assessore ai Trasporti in sostituzione del presidente, in missione all'estero), Trentino (la Provincia autonoma di Trento, per la precisione) e Veneto. Alcuni governatori sono assenti perché impegnati nelle stesse ore nei Consigli regionali sulla proposta della Lega per l'abolizione della quota proporzionale della legge elettorale (Costituzione alla mano serve l'iniziativa di almeno cinque Consigli per promuovere il quesito referendario).

I governatori sono naturalmente pronti a rilanciare sulla questione dell'autonomia. «Il coordinamento dei presidenti delle Regioni del centrodestra nasce dall'esigenza di liberarsi dall'immobilismo romano per cambiare e far evolvere il nostro Paese. Abbiamo dimostrato l'efficienza delle nostre amministrazioni in più di un campo; buone pratiche che vogliamo condividere con le altre Regioni» spiega il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana. «Soprattutto - rimarca Fontana - vogliamo dare ai nostri cittadini servizi sempre migliori e abbiamo capito che per farlo dobbiamo lavorare insieme in modo compatto. Vogliamo far sentire la nostra voce e costruire un dialogo con il governo e crediamo che il nostro ruolo assuma una posizione ancora più importante, considerato che questo esecutivo non è legittimato dalla volontà del popolo italiano».

Il messaggio che più o meno esplicitamente viene rilanciato è semplice: siamo noi la vera maggioranza del Paese, siamo noi a rappresentare la volontà popolare più di quanto non faccia un esecutivo nato da una fusione a freddo tra forze politicamente agli antipodi. I numeri, d'altra parte, parlano chiaro. Il centrodestra è in vantaggio undici a dieci nel conteggio delle giunte regionali dopo il voto in Basilicata, le vittorie in Sardegna, Molise, Friuli Venezia Giulia, nelle Province autonome di Trento e Bolzano, e in Abruzzo. Il risultato è dato anche dalle due giunte provinciali del Trentino Alto Adige, con Bolzano che ha un'inedita guida Svp-Lega, e che pertanto si posiziona nell'area autonomista ma di centrodestra, mentre storicamente negli anni passati era Svp-centrosinistra. La giunta della Valle d'Aosta è, invece, a guida autonomista, con la Lega all'opposizione.

Il coordinamento dei governatori sembra favorire la ricomposizione del

centrodestra. Anche perché i presidenti delle Regioni, compresi i leghisti, per mesi hanno esercitato forti pressioni su Matteo Salvini per far cadere il primo governo Conte, manifestando perplessità su una coabitazione innaturale.

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