Governo a caccia di tasse invisibili e tagli alla spesa che non diano troppo nell'occhio. Il cantiere della Legge di Bilancio è aperto da tempo e le risorse sono sempre meno, vista la crescita sotto le aspettative e le tante misure per le quali è necessaria una copertura. Per questo dagli uffici tecnici cominciano a spuntare ipotesi di manovre a 360 gradi. Senza escludere temi caldissimi politicamente.
Il governo ha smentito tagli alla Sanità da 1,5 miliardi ipotizzati dal quotidiano Repubblica. Ma i tagli ai dicasteri ci saranno eccome. La legge di Bilancio non potrà che recuperare parte delle risorse necessarie dalle spese intermedie dell'amministrazione centrale e chiedere sacrifici simili alle Regioni, quindi alla Sanità. Renzi ha assicurato che «nel 2017 i soldi per la sanità aumenteranno. Quando si parla di tagli non si parla di tagli su quello che è il passato, si parla di tagli sulle richieste dei ministeri». Il ministro Beatrice Lorenzin ha garantito che «noi siamo fermi» a «113 miliardi di euro previsti per il 2017». Il premier non ha fatto nessuna cifra. Di solito i tagli arrivano dopo trattative dirette con le regioni o con una stretta ai rubinetti delle autonomie locali. Difficile che non avvenga oggi, viste le difficoltà a reperire risorse.
La smentita più ferma di Renzi riguarda l'idea di introdurre una tassa sulle sigarette, per finanziare la ricerca sul cancro. «Lo dico anche a nome del ministro Padoan. È finito il tempo in cui i politici consideravano i cittadini un bancomat». Quindi no tasse nemmeno sul tabacco è la versione ufficiale.
Ma tra i tecnici del governo si preferisce un più realistico, «il cantiere è ancora aperto». Nei palazzi del governo, compreso Palazzo Chigi, non si esclude nessuna strada per fare quadrare i conti. Da un po' circola l'idea di introdurre delle tasse poco visibili, o quantomeno giustificabili agli occhi degli elettori. Si chiamano tasse di scopo e dovrebbero avere il pregio di esistere per una ragione precisa, salvo poi finire nel calderone delle entrate.
Prima di quella sulle sigarette, era circolata l'ipotesi di una tassa sui giochi. Una tassa sulle slot machine, contro le quali il governo ha ingaggiato una crociata. Paradossalmente la richiesta di introdurre tasse di scopo, arriva dalle stesse imprese del settore. Appello che difficilmente resterà inascoltato. Tassa perfetta perché invisibile, pagata indirettamente dai giocatori e accettata dalle aziende.
Ma negli ultimi mesi sono circolate ipotesi di altre tasse di scopo. Si è parlato di un aumento dell'Iva per la ricostruzione di Amatrice e degli altri comuni terremotati. Poi le accise, sempre destinate alle vittime del sisma. Non a caso due tasse che fanno parte delle clausole di salvaguardia. Bomba da 15 miliardi che il governo di turno deve disinnescare di anno in anno. Se diventassero tasse di scopo il problema sarebbe risolto.
Quello che è certo è che il governo dovrà fare salti mortali per fare quadrare i conti.
Sul deficit, ma anche sul debito pubblico, visto che abbiamo mancato gli obiettivi di riduzione per il 2016 e che continua ad aumentare, come ha certificato ieri Bankitalia: 80,5 miliardi negli ultimi sette mesi. Ora è a 2.252 miliardi.
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