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Macché inutile e pericoloso. Ecco la verità sul taser

I dati confermano le aspettative sull'operatività della pistola a impulsi elettrici. Alla faccia di chi l'ha sempre osteggiata

Macché inutile e pericoloso. Ecco la verità sul taser

Il primo emendamento a prevederne la sperimentazione risale al 2014. Il ministro era ancora Angelino Alfano, oggi uscito dalla politica. Putin si prendeva la Crimea. L’Italia giocava gli ultimi mondiali di calcio. E a Palazzo Chigi sedeva un signore di nome Matteo Renzi. Una vita fa. Ed è esattamente da “una vita” che si discute di taser, pistole a impulsi elettrici e via discorrendo. C’è chi la considera l’unico strumento per salvaguardare gli agenti ed evitare guai peggiori, chi l’ha sempre osteggiata parlando di rischi letali. Ora che l’Italia le sta utilizzando davvero (in giro ne circolano circa 5mila), i dati smentiscono gli scettici e danno ragione ai sostenitori: il taser funziona. E pure bene.

Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando Alfano promise “tutte le verifiche necessarie” per garantire la sicurezza nell’uso di questa “arma propria”. La cronistoria sembra il tipico attendismo italiano: tutto è rimasto più o meno immobile fino all’arrivo di Salvini al Viminale, nel 2018, quando iniziano le prime sperimentazioni in alcune città; poi nel 2020 diventa parte dell’equipaggiamento ordinario degli agenti (carabinieri, polizia, finanza); e solo a marzo del 2022, tre mesi fa, entra davvero in circolazione. In mezzo ci sono stati problemi sui bandi, che ne hanno bloccato la diffusione a causa di presunte difformità sui requisiti richiesti alle aziende produttrici, ma ormai è acqua passata: oggi ci sono 4.482 pistole taser in circa 113 città italiane. Non tanti, ma almeno è un passo avanti.

Gli agenti che in anonimato parlano col Giornale.it si dicono soddisfatti di questo passo storico. Associazioni di ogni tipo, da Amnesty International alla sinistra, si erano invece scagliate contro lo strumento per il rischio che potesse rivelarsi fatale. Una decina di giorni fa Patrizio Gonnella, presidente dell’Associazione Antigone, l’aveva definita "inutile" e "pericolosa" perché “potenzialmente letale”. “Meglio quello che la pistola vera”, potrebbe sottolineare pure un bambino. In fondo anche il manganello, “potenzialmente”, può uccidere. E poi adesso i dati certificano che il taser è utile, non fa male e la maggior parte delle volte non risulta neppure necessario usarlo. Al 7 giugno, ha fatto sapere il sottosegretario gli Interni, Nicola Molteni, la pistola a impulsi elettrici è stata usata in soli 99 casi: in 35 situazioni è bastato mostrarla per convincere il malvivente a darsi una calmata; in 24 casi il poliziotto ha solo dovuto azionare il warning arc, ovvero una sorta di arco elettrico di avvertimento; e negli altri 30 episodi sono stati esplosi i dardi elettrici. Reazioni avverse particolari? Per ora non se ne registrano. “L’operatività del taser sta confermando tutte le aspettative in termini di efficacia deterrente - ha detto Molteni - Questi dati ci rendono orgogliosi di aver offerto a donne e uomini in divisa uno strumento in più a tutela della loro incolumità".

Di episodi di cronaca in cui la nuova “arma” s’è rivelata utile ce ne sono a bizzeffe. A Rimini un senegalese stava minacciando con una bottiglia rotta alcuni passanti, i poliziotti gli hanno mostrato il taser e s’è calmato. A Venezia, Pasquale, un noto clochard, ha rubato un coltello e l’agente per bloccarlo ha dovuto colpirlo con una scarica di taser: portato all’ospedale per sicurezza, non ci sono state per lui conseguenze mediche. A Montecosaro, nel Maceratese, un 50enne in preda a un delirio per abuso di stupefacenti s’era barricato in casa e aveva minacciato di morte il padre brandendo una mannaia: i carabinieri, dopo essere entrati dalla finestra, lo hanno bloccato grazie al taser. Avrebbero forse dovuto chiedergli il permesso?

Il problema, semmai, è nei numeri: quasi 5mila pistole elettriche non permettono certo di averlo sempre a portata di mano. Secondo l’Eurostat nel 2020 l’Italia poteva vantare qualcosa come 237mila agenti di polizia, quindi per ora abbiamo a disposizione un taser ogni 47 agenti. In polizia, per esempio, ne sono stati distribuiti alcuni ma molte specialità sono sfornite. La Polfer, ad esempio, ne è sprovvista nonostante si ritrovi spesso ad affrontare situazioni corpo a corpo. La stradale pure. Lo stesso dicasi per i reparti mobili (quelli in tenuta antisommossa), come dimostra il caso di Milano di due giorni fa: per fermare una donna armata di coltello sono dovuti ricorrere al caro vecchio manganello. E se le città sono in parte coperte, in provincia il discorso si complica. Fonti nei carabinieri di Milano fanno sapere al Giornale.it che “solo la radiomobile” ne ha alcuni, mentre le stazioni di provincia sarebbero a secco. “L’operatività sarà gradualmente avviata” anche nel resto d’Italia, assicurava il Viminale a marzo.

“Stiamo lavorando per poter acquistare altre armi a impulsi elettrici - ha ribadito Molteni a un convegno Fsp Polizia - affinché anche le specialità della Polizia possano averle”.

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