
C'è un che di sinistro in tutto quello che sta succedendo. Un ritorno prepotente dell'ideologia e del fanatismo. Non che se ne fossero mai andati, beninteso. Tuttavia, desta non poca preoccupazione, soprattutto in chi un giorno sarà sperabilmente padre, come chi scrive. Il motivo è presto detto. Il problema riguarda l'educazione e, nella fattispecie, l'educazione demandata alla scuola e, successivamente, all'università. Sul Foglio di lunedì, un docente di scuola, Andrea Atzeni, ha scritto un articolo meritevole di attenzione. Tra l'altro coautore di un recente e importante volume, A scuola di declino. La mentalità anticapitalista nei manuali scolastici (Liberilibri), Atzeni rende pubblica un'esperienza da lui vissuta. Un'ex studentessa della sua scuola di origine araba, poco dopo il 7 ottobre 2023 un giorno infame recapita per email a studenti e docenti l'accusa, rivolta ad Azteni, di non aver espresso sufficiente solidarietà al popolo palestinese. Per la studentessa, Israele è equiparabile ai nazisti, mentre i palestinesi e Hamas sono come i partigiani: pertanto la loro reazione all'oppressione descritta non solo è comprensibile ma radicalmente giusta. La reazione della scuola a tutto questo? Nessuna, perché, scrive Atzeni, per l'istituzione la studentessa esprimeva contenuti dal carattere pacifista: la giustificazione di un abominio, più o meno. In pratica, nota il docente, la scuola si caratterizza non come un luogo di educazione, ma di propaganda e ideologia. Ma anche qui, nulla di nuovo. È infatti noto che, seguendo i precetti gramsciani, una certa cultura ha letteralmente conquistato i luoghi dove i giovani vengono educati. A cosa? In poche parole, all'odio del mondo occidentale, della società aperta, del capitalismo. Il risultato? La gran parte dei giovani, fortunatamente non tutti, ne escono indottrinati: altro che pensiero critico e apertura mentale.
Invece che insegnare, molti docenti pensano di parlare da un pulpito attraverso cui veicolare, appunto, il proprio messaggio di Verità, i cui tratti, in realtà, paiono quelli di un sermone ideologico. Non bisogna allora stupirsi che, con così tanti cattivi maestri, i discenti seguano poi strade errate e magari pure ai limiti della violenza.