Guerra in Ucraina

Effetto sanzioni: aerei senza ricambi. È boom di incidenti

Se in Ucraina sono i civili a pagare un prezzo spropositato all'aggressione che il loro Paese sta subendo, è facile prevedere che presto anche in Russia accadrà qualcosa di simile

Effetto sanzioni: aerei senza ricambi. È boom di incidenti

Se in Ucraina sono i civili a pagare un prezzo spropositato all'aggressione che il loro Paese sta subendo, è facile prevedere che presto anche in Russia accadrà qualcosa di simile. Solo che, in questo caso, le persone innocenti non finiranno direttamente sotto le bombe o sulle mine lasciate in quantità gigantesca dagli invasori in ritirata, ma risulteranno vittime indirette delle sanzioni imposte a Mosca dall'Occidente con l'obiettivo di mettere in difficoltà la sua economia. Perché queste non riguardano soltanto gas e petrolio o i componenti ad alto contenuto tecnologico che l'esercito di Putin impiegava per i suoi mezzi, ma anche i pezzi di ricambio degli aerei civili. Pezzi che nel frattempo si sono praticamente esauriti, costringendo le compagnie aeree russe a cannibalizzare velivoli lasciati a terra: anche questo, però, è possibile fino a un certo punto, dopodiché il numero degli apparecchi in grado di volare comincia a diventare insufficiente.

Inevitabile conseguenza di questa situazione è la frequenza crescente degli incidenti. È noto che l'aviazione civile russa non ha standard elevatissimi: nel 2022 appena concluso si sono contati oltre 130 incidenti, tra cui 28 aerei schiantati. Ma basta osservare cosa è successo in questi primi giorni di gennaio per comprendere la portata del fenomeno. 5 gennaio: un volo passeggeri Utair (probabilmente un Boeing 737) è dovuto atterrare in emergenza nella Siberia occidentale per problemi al condizionamento dell'aria. 6 gennaio: un volo internazionale Azur Air diretto in Thailandia con 263 persone a bordo è rientrato a Novosibirsk sei ore dopo il decollo perché il parabrezza era danneggiato. Lo stesso giorno, un volo interno con destinazione Ekaterinburg è stato costretto a tornare a Kazan subito dopo il decollo: il carrello di atterraggio non rientrava in sede. 8 gennaio: un velivolo Pobeda è scivolato fuori dalla pista di partenza a Perm, finendo in mezzo alla neve e costringendo i piloti a cancellare il volo diretto a Mosca: nessun ferito e non risultano danni all'aereo.

Il 9 gennaio è stata una giornata drammatica nel gelo dell'Estremo Oriente russo. Due passeggeri morti e quattro feriti nello schianto al suolo di un Antonov-2 di epoca sovietica presso Nenets; a un altro aereo da trasporto Antonov-26, invece, si è parzialmente aperta durante un volo diretto a Magadan la porta del compartimento cargo: un passeggero ha filmato se stesso seduto nella cabina depressurizzata ad alta quota con vento fortissimo che soffiava all'interno e la porta semiaperta visibile sullo sfondo. Parte del bagaglio e alcuni cappelli sono stati risucchiati fuori, ma nessuno dei 31 passeggeri è rimasto ferito: il pilota ha dovuto fare rientro a Yakutsk.

Ieri, infine, l'aeroporto internazionale di Khabarovsk è stato chiuso temporaneamente in conseguenza di un non meglio precisato «incidente».

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