Le zone rosse? Funzionano. Così bene che il governo sta pensando di stabilizzarle con una "apposita previsione normativa". Lo ha detto Matteo Piantedosi (nella foto), rispondendo a un'interrogazione della deputata leghista Simona Bordonali. Il titolare del Viminale esordisce difendendo una misura che, spiega, aumenta l'efficacia dei controlli in zone sensibili, come stazioni ferroviarie, quartieri della movida e aree molto frequentate, permettendo di espellere soggetti ritenuti pericolosi, con precedenti penali specifici e "forieri di insicurezza". Ma Piantedosi sottolinea anche come a promuovere le "zone rosse" a quasi un anno dalle prime sperimentazioni non siano solo i commenti positivi delle "istituzioni locali e dei cittadini", che le apprezzano, ma proprio i numeri. Da quando sono state istituite, i controlli da parte di forze dell'ordine e polizia locale sono stati numerosissimi e hanno riguardato un milione e 344mila persone. Circa uno ogni 150 ha portato a un provvedimento di allontanamento di soggetti pericolosi (8.690 in tutto), che nella larga maggioranza dei casi il 73% erano stranieri.
Nella sola Capitale i numeri sono anche più vistosi: sono state 108mila le persone controllate nelle zone rosse di Roma nel 2025 e 891 di queste (una ogni 120 controlli) quelle allontanate, con una percentuale di stranieri tra i destinatari dei provvedimenti che a Roma supera l'86%(769). Così, appunto, ecco l'annuncio: visto "l'elevato grado di efficacia di questo strumento", conclude il ministro, "stiamo valutando di renderlo stabile mediante apposita previsione normativa".