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Elezioni e nomine meno soggette alle correnti. "Porte girevoli" con nuovi ostacoli

Tra le novità introdotte anche una separazione netta delle funzioni. Il lavoro delle toghe sarà valutato ogni anno con il fascicolo aggiornato.

Elezioni e nomine meno soggette alle correnti: "Porte girevoli" con nuovi ostacoli

A tre anni dallo scandalo Palamara, la riforma Cartabia dell'ordinamento giudiziario e del Csm si presenta innanzitutto come l'antidoto allo strapotere delle correnti. Se sarà così lo vedremo. Certo, ci sarà un nuovo sistema elettorale misto per scegliere a luglio i togati del prossimo Csm; diverse regole sulle nomine ai vertici degli uffici giudiziari; un freno alle porte girevoli politica-magistratura; un solo passaggio di funzioni tra pm-giudice e viceversa; una stretta agli incarichi fuori ruolo e il «fascicolo personale» per la valutazione dei magistrati. Vediamo le novità.

Elezioni Csm Torna a 30 membri, 20 togati (2 di Cassazione, 5 pm e 13 giudici), 10 laici, più i 3 componenti di diritto: presidente della Repubblica, primo presidente e procuratore generale della Cassazione. Il sistema elettorale maggioritario con una quota di proporzionale consente candidature individuali, senza collegamento a liste. In ogni collegio binominale i candidati devono essere minimo 6 e con la parità di genere, anche attraverso un sorteggio per riequilibrare. Il fattore imprevedibilità dovrebbe rendere più difficili calcoli e spartizioni tra le correnti, soprattutto per i posti proporzionali.

Nomine Per gli incarichi direttivi e semidirettivi l'assegnazione si decide in base all'ordine cronologico delle scoperture, per impedire le «nomine a pacchetto». Si valorizza la formazione, si aumenta la trasparenza delle selezioni e si prevede l'audizione di almeno di 3 candidati per ogni posto.

Politica-magistratura Sarà vietato esercitare funzioni giurisdizionali e insieme ricoprire incarichi elettivi e governativi nazionali o locali. Obbligo di aspettativa senza assegni per incarichi locali, nessun cumulo di indennità con lo stipendio da magistrato. L'eletto non può tornare a funzioni giurisdizionali: se ordinario sarà fuori ruolo presso il ministero, altre amministrazioni ministeriali o l'Avvocatura dello Stato. O potrà assumere funzioni non giurisdizionali in sezioni consultive del Consiglio di Stato, di controllo della Corte dei Conti e al Massimario della Cassazione. Se amministrativo e contabile sarà collocato a Palazzo Chigi. I non eletti per 3 anni non potranno esercitare nella circoscrizione elettorale né nel distretto dove lavoravano o assumere incarichi direttivi e svolgere le funzioni penali più delicate. Se vengono da uffici con competenza nazionale, come la Cassazione, non potranno svolgere funzioni giurisdizionali per 3 anni. I magistrati con incarichi direttivi dopo un anno resteranno per un altro anno fuori ruolo, non in posizioni apicali e rientreranno senza incarichi direttivi per 3 anni.

Funzioni Non è la separazione delle carriere ma sarà consentito un solo passaggio tra pm e giudici nel penale, entro i 10 anni dalla prima sede (escluso il tirocinio). Non varrà per il passaggio al civile o dal civile a pm o alla Pg della Cassazione.

Fuori ruolo Oggi sono 200, ma il nuovo numero lo stabiliranno i decreti attuativi. Non sarà possibile prima di 10 anni di esercizio delle funzioni giurisdizionali, né se c'è scopertura nell'ufficio. Tra un incarico e l'altro dovrà esserci un'interruzione. Il limite massimo è ridotto a 7 anni, 10 anni per organi costituzionali, di rilievo costituzionale, di governo.

Valutazioni Ogni 4 anni fino alla VIIa valutazione il magistrato oggi presenta al Consiglio giudiziario e poi al Csm provvedimenti a campione sull'attività svolta e statistiche sulle attività proprie e comparate a quelle dell'ufficio di appartenenza.

Ora ogni anno dovrà essere aggiornato il fascicolo personale delle attività svolte con dati, non valutazioni di merito, seguendo l'iter dei provvedimenti.

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