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Emergenza culle vuote, ecco perché l'Italia è maglia nera in Europa

Si è tenuto oggi alla Camera un dibattito indetto da Fratelli d'Italia sulla “funzione sociale e medica della fecondazione assistita di tipo eterologo”

Emergenza culle vuote, ecco perché l'Italia è maglia nera in Europa

La denatalità è un problema sempre più crescente e preoccupante. L’Italia, ormai da anni, è fanalino di coda in Europa per nascite.

Nel 2020, infatti, il tasso di natalità si è fermato a 6,8 bambini ogni mille abitanti, il più basso dell'intero continente europeo dove la media è di 8,9 nascite ogni mille cittadini. Questo tema è stato al centro del dibattito sulla “funzione sociale e medica della fecondazione assistita di tipo eterologo”, indetto dal gruppo parlamentare di Fratelli d’Italia. “L’Italia è maglia nera per quanto riguarda la natalità. Questo succede perché le donne, per problemi lavorativi o anche di salute, riescono sempre meno a fare figli in età feconda”, ha esordito il meloniano Edmondo Cirielli, questore della Camera, aprendo i lavori dell’evento. E ha aggiunto:“Mettere la scienza al loro servizio credo sia uno dei primi passi che noi uomini dello Stato dobbiamo proporre e incentivare, per questo servono programmi per sostenere la maternità”.

Il professor Nicola Colacurci, presidente di Sigo (Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia), ha spiegato che esiste un problema relativo alla reperibilità dei gameti e ha chiesto di rendere “la procedura quanto più ordinaria possibile” e “senza che ci siano differenze di tipo sociale o economico”. Colacurci, che insegna Ginecologia dell’Università degli Studi della Campania, ha messo in evidenza il fatto che, in Italia, la fecondazione eterologa “è scarsamente utilizzata”, nonostante sia eseguita in tutti i centri che si occupano della procreazione medicalmente assistita (pma). “Si deve fare in modo di rendere la procedura quanto più ordinaria possibile, in maniera tale di dare la possibilità ad un grosso numero di coppie di vedere realizzato il loro desiderio senza che ci siano differenze di tipo sociale o economico”, ha ribadito l’esperto. Maria Teresa Bellucci, capogruppo di FdI in Commissione Affari Sociali, ha chiesto di affrontare il tema “con lucidità senza cadere nell’ingegnerizzazione della vita umana” e di adottare “un approccio che metta al centro la persona; la vita e la tutela della stessa”. La Bellucci ha parlato di una vera e propria“emergenza” di “culle vuote” perché cresce il numero di genitori che non possono avere figli. E ha aggiunto:“Procreare non è un vezzo è un atto di responsabilità verso il nascituro il quale non è uno sfizio à la carte come vorrebbe farci credere chi fa del nichilismo il suo dogma”. A chiudere i lavori è stato Francesco Lollobrigida, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, che intende avviare un nuovo percorso “con la modalità che una forza politica dovrebbe avere ovvero la capacità di ascoltare chi ne sa più di noi.

Il nostro compito – ha concluso - è quello adesso di portare a sintesi di creare una sintesi virtuosa per delle proposte concrete per un programma di governo”.

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