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Emiliano resta nel Pd: sfiderà Renzi al Congresso

Il governatore pugliese cambia idea e resta nel Pd. La minoranza invece tira dritto e si sfila. E Renzi vola negli Usa

Emiliano resta nel Pd: sfiderà Renzi al Congresso

Il caos democratico continua. Nella sede del Pd, blindata da esercito e polizia per la protesta di tassisti e ambulanti, va in scena l'ennesima pantomima.

Michele Emiliano cambia idea e rimane nel partito. "Mi candiderò alla segreteria del Pd perché questa è casa mia, è casa nostra e nessuno può cacciarci via", ha detto intervenendo alla Direzione Pd. "Roberto Speranza ed Enrico Rossi, sono persone perbene portate alla scissione dai toni sprezzanti e ironici con cui sono stati appellati dall'ex segretario che, tra l'altro, ha mostrato con evidenza di essere il più soddisfatto dalla scissione. Mi candido nonostante il tentativo del segretario uscente di vincere con ogni mezzo. Ha fretta perché non vuole rinunciare alla posizione dominante e non concede agli avversari nemmeno il tempo necessario per girare la metà delle province". E ancora: "Renzi si è inventato un congresso con rito abbreviato, da celebrare se facciamo i bravi a inizio di maggio".

"Non abbiamo mai detto che Renzi e la Boschi sono quelli che dicevano che se avessero perso il referendum costituzionale avrebbero lasciato la politica e invece sono ancora qui. E oggi trovo surreale che il problema sarebbe Michele Emiliano che avrebbe moderato i toni? Emiliano avendo a cuore le sorti del PD, ricevendo centinaia di migliaia di mail e messaggi di militanti, sta provando fino all'ultimo istante a salvare il Pd. Con non poca sofferenza sta cercando da giorni di mediare con una persona che non ha mai voluto mediare e che, invece di partecipare all'ultima direzione dice di partire per gli USA, perdendo un'altra occasione di confronto nel partito", ha dichiarato Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera, in diretta a L'Aria che tira, su La7 e difendendo Emiliano dalle accusa di incoerenza.

La minoranza dem invece ha confermato la decisione di non partecipare alla Direzione e al congresso Pd dopo la scelta di Michele Emiliano di restare nel partito. Orlando invece ancora non ha sciolto la riserva: "Io non ho deciso, ma non baso la scelta sulle altre candidature. Emiliano sta rientrando, spero altri seguano il suo esempio".

"Un vertice del Caminetto fatto da me, Cuperlo ed Orlando per creare una nuova corrente? Non è vero, non c'è una nuova corrente, non ci sono vertici né caminetti. Ho visto Orlando così come ogni tanto vedo Cuperlo, ma non c'è stata nessuna riunione", ha dichiarato Cesare Damiano, deputato Pd, al programma di Rai Radio1 Un Giorno da Pecora, condotto da Giorgio Lauro e Geppi Cucciari.

Orfini spera ancora che si possa ricostruire l'unità nel partito. "Alla commissione che nomineremo oggi spetta il compito di raccogliere le diverse posizioni per vedere se si può fare ancora qualche passo per ricomporre le distanze", ha detto il presidente dell'assemblea Pd alla direzione del partito.

"Pluralismo e rappresentanza" i criteri con cui è stata composta la commissione congresso. Una composizione che, spiega Matteo Orfini in Direzione, "fotografa lo stato attuale del Partito Democratico". La commissione potrà essere integrata dai rappresentanti dei candidati alla segreteria del Pd. Questi i membri: Fregolent, Nardi, Del Barba, Carbone, Lo Sacco, Bini, Ginoble, Di Marzio, Piccione, Morassut, Montanari, Mancini, Campana, Bordo, De Maria e Acunzo. Fa parte della commissione anche il vicesegretario Lorenzo Guerini. Infine in searata arriva l'annuncio di Speranza: "Dalla Direzione Pd nessuna novità. Prendiamo atto della scelta assunta da Michele Emiliano di candidarsi nel Pdr. Noi andiamo avanti sulla strada della costruzione di un nuovo soggetto politico del centrosinistra italiano che miri a correggere quelle politiche che hanno allontanto dal nostro campo molti lavoratori, giovani e insegnanti.

Occorre iniziare un nuovo cammino".

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