Durante la cerimonia per la consegna del premio Cavour a Santena, in provincia di Torino, Romano Prodi è stato intervistato da Giovanni Minoli. L'ex presidente del Consiglio è tornato sulla perizia psichiatrica richiesta per Silvio Berlusconi nell'ambito del processo Ruby ter. "Una delle ennesime follie dell'Italia", ha commentato Romano Prodi. Nel corso dell'intervista è stato affrontato l'ampio spettro degli argomenti di attualità.
Tra questi ha assunto un ruolo principale nella discussione la prossima elezione del presidente della Repubblica. Romano Prodi esclude che ci possa essere un ulteriore settennato di Sergio Mattarella. "I siciliani silenziosi non cambiano mai parere e Mattarella è un siciliano silenzioso", ha detto l'ex presidente del Consiglio. Nell'ambito dell'intervista, Giovanni Minoli ha incalzato Prodi, domandandogli se un secondo mandato sarebbe una rottura definitiva della democrazia parlamentare. La sua risposta è stata netta: "No perché c'è già stato una volta e nella Costituzione non c'è scritto che non possa esserci un secondo mandato".
In conclusione, Romano Prodi ha dichiarato: "Mattarella pensa seriamente a quello che dice poi se succedesse una circostanza straordinaria potrebbe anche cambiare parere ma non lo penso, indubbiamente 14 anni sono il doppio di sette". L'ex presidente del Consiglio esclude anche una sua prossima salita al Colle: "Ho 82 anni e per un incarico settennale è un'incoscienza. Ricordatevelo".
Romano Prodi promuove la presidenza di Mario Draghi, che mette l'Italia "in una posizione privilegiatissima perché è ascoltato, ha relazioni internazionali, quindi rispetto alla situazione di passaggio che c'è in Germania e in Francia l'Italia è un punto fermo". Prodi osserva che "la politica si fa con la conoscenza delle persone, confrontandosi con chi è vicino, con la passione, non è solo calcolo. E senza la mediazione e la saggezza dell'Italia anche quando anche il motore era a due pistoni, Germania-Francia, in Europa non è mai passato nulla".
Nel corso dell'intervista durante il premio Cavour, Romano Prodi ha elogiato lo statista: "Aveva una capacità di interpretare i problemi concreti del Paese ma la sua chiave era sempre affermare un'Italia legata agli altri Paesi europei.
Faceva politica interna e politica estera e ed io ho sempre avuto il rimpianto che non sia vissuto un altro po': era il momento in cui si aveva bisogno di Cavour, con l'Unità d'Italia costruita ma ancora nella sua struttura organizzativa, non nei suoi legami internazionali".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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