Epatite acuta pediatrica: in Italia 7 casi sospetti. Grave un bimbo di 3 anni

Il piccolo è ricoverato a Roma. Gli esperti: "Se ci sono sintomi anomali allertate il medico"

Epatite acuta pediatrica: in Italia 7 casi sospetti. Grave un bimbo di 3 anni

Un caso italiano di epatite acuta di origine sconosciuta in Italia assimilabile a quelli che si stanno diffondendo nel Regno Unito, ha messo in allarme il mondo scientifico. Per ora è l'unico accertato, anche se ci sono altre 6 segnalazioni da varie parti d'Italia (2 in Lombardia) di epatiti «di natura da definire». Si tratta di un bambino nigeriano di tre anni residente a Prato ora in terapia intensiva all'ospedale Bambino Gesù di Roma. In prima battuta era stato ricoverato mercoledì scorso all'ospedale Mayer di Firenze. Le sue condizioni lasciavano presagire la necessità di un trapianto di fegato possibile solo a Roma. Ma Giuseppe Maggiore, primario di Epatogastroenterologia e Nutrizione pediatrica dell'ospedale Bambino Gesù, esclude per il momento l'intervento perché le sue condizioni sono migliorate. E invita tutti alla cautela nonostante l'esplosione di casi in Europa e in Uk. Nel mondo si sarebbero verificati circa una centinaio di casi, di cui una settantina in Gb e 9 negli Usa. «Per ora non sono stati rilevati cluster, probabilmente questa epatite è di origine virale e potrebbe essere contagiosa. Ma siamo avvolti nel mistero. Solo una collaborazione internazionale può aiutarci a capire la causa scatenante».

Nel nostro paese la situazione è sotto controllo. Il Ministero della Salute ha inviato una circolare informativa alle Regioni dal 14 aprile. «In Italia i casi sono rarissimi e i centri di riferimento sono allertati dal ministero per verificare eventuali analogie». Per ora, il bimbo toscano è il primo ad accusare un'epatite acuta grave che si può assimilare ai casi del Regno Unito. La sua patologia è di origine sconosciuta. «Speriamo che siano casi sporadici aggiunge Maggiore - se si verificasse un aumento improvviso di queste patologie e ci fosse una maggiore richiesta di trapianti ci potrebbe essere un problema».

L'allerta è alta. Anche perché questa epatite scoppia senza preavviso. Il piccolo ricoverato a Roma per esempio, accusava sintomi alle alte vie respiratorie, cioè febbre e mal di gola. Il peggioramento è stato repentino, in pochi giorni le transaminasi, che rilevano lo stato di salute del fegato, sono schizzate a 2-3 mila (normalmente sono 30). Gli esami effettuati al Meyer, infatti, hanno rilevato subito un danno del fegato diffuso. Ma il trasferimento al Bambino Gesù pensando al peggio, offre ora delle speranze. «Le sue condizioni sono leggermente migliorate e le transaminasi si sono ridotte spiega il professor Maggiore - in questo momento l'opzione di un trapianto è accantonata. Abbiamo somministrato molecole che portano via le sostanze tossiche e la tappa successiva è utilizzare l'emofiltrazione, una specie di dialisi per depurare il fegato». Il bimbo, infatti, ora si trova in uno stato di coscienza sonnolento a causa del quadro neurologico ridotto, ma respira spontaneamente. «Stiamo facendo indagini virologiche, ipotizzo che sia un virus ma dobbiamo misurarlo e capire quanto sia patogeno. Per ora è misterioso e solo se scopriamo una causa certa potremmo anche lavorare sulla cura e sulla prevenzione». Maggiore esclude una connessione con il covid e anche con il calo delle difese immunitarie legate al lockdown. «Non c'è un possibile legame precisa - Innanzitutto questi piccoli pazienti non hanno mai indossato la mascherina e la Gran Bretagna è il paese che ha seguito meno restrizioni».

Intanto molti genitori saranno già in apprensione. E a loro gli esperti suggeriscono di allertare il pediatra quando ci presentano sintomi anomali: inappetenza vera, sonnolenza, malessere diffuso inspiegabile, vomito, sintomi digestivi anomali.

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