Epstein e i segreti di Trump. "Solo io potevo abbatterlo"

Rivelate nuove email: "So quanto è losco Donald". La prossima settimana nuovo voto al Congresso sui file

Epstein e i segreti di Trump. "Solo io potevo abbatterlo"
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Nelle email di Jeffrey Epstein spunta l'ombra di un ricatto a Donald Trump. "Sono io l'unico in grado di abbatterlo", ha scritto il finanziere pedofilo morto in carcere nel 2019 in una delle email diffuse dalla commissione vigilanza della Camera, da cui emergono anche altri particolari che fanno pensare a pressioni sull'attuale presidente Usa, dalle ricerche sulle sue dichiarazioni finanziarie all'offerta di foto compromettenti. Quando la campagna presidenziale del tycoon prese slancio nel dicembre 2015, Epstein chiese a Landon Thomas Jr, allora giornalista del New York Times: "Vuoi foto di Donald e ragazze in bikini nella mia cucina?". Non è chiaro se possedesse davvero tali foto, ma Thomas ha dichiarato che non gliele fornì. Gli raccontò però di un altro episodio, in cui Trump era "così concentrato a guardare giovani donne in piscina da sbattere contro una porta, lasciando l'impronta del naso sul vetro".

Dopo che i democratici hanno reso noti alcuni dei messaggi, i repubblicani hanno pubblicato oltre 20.000 pagine di documenti, tra cui una vasta raccolta di email. E lo speaker Mike Johnson ha comunicato che la Camera voterà la settimana prossima sulla pubblicazione integrale delle carte in possesso del dipartimento di Giustizia. La decisione è dovuta alla petizione firmata anche da alcune deputate repubblicane per chiedere alla Camera di esprimersi in merito. Intanto, tra i documenti già resi noti, ci sono altri scambi da cui emerge che il finanziere pedofilo insultava ripetutamente Trump. Ad esempio nel 2018 ha scritto a Kathryn Ruemmler, avvocato che ha ricoperto il ruolo di consigliera legale della Casa Bianca sotto Barack Obama: "So quanto è losco Donald". L'affermazione è in relazione a un link inviato da Ruemmler a Epstein con un editoriale del Nyt che menzionava i pagamenti del tycoon alla pornostar Stormy Daniels prima delle presidenziali del 2016 per comprare il suo silenzio su una relazione che avevano avuto in passato. Nel 2012 invece Epstein scrisse a uno dei suoi avvocati, Reid Weingarten, suggerendo di far indagare le finanze di Trump, inclusi il mutuo di Mar-a-Lago e un prestito da 30 milioni di dollari ricevuto dall'attuale presidente. In una email di gennaio 2018 al giornalista Michael Wolff lo definiva poi "stupido Donald" e "demente Donald", definendo le sue finanze "una farsa". In un promemoria inviato a se stesso nel 2019, invece, Epstein ha affermato che il tycoon "sapeva" degli abusi sessuali su ragazze minorenni, ma non vi ha mai preso parte: "È venuto a casa mia molte volte durante quel periodo, ma non ha mai ricevuto un massaggio". Mentre l'anno prima, il finanziere si offrì ai russi come mediatore presso Trump, nonostante quest'ultimo abbia sempre sostenuto che l'amicizia fosse finita nei primi anni del Duemila. In un'email datata 24 giugno 2018 e indirizzata a Thorbjorn Jagland, l'ex premier norvegese che allora era a capo del Consiglio europeo - come cita Politico - Epstein disse: "Penso che potresti suggerire a Putin che Lavrov potrebbe ottenere informazioni parlando con me". E in altri messaggi, indicò di aver parlato di Donald con Vitaly Churkin, l'ambasciatore russo all'Onu morto nel 2017.

Tra la corrispondenza già diffusa compare anche il nome dell'ex principe Andrea d'Inghilterra: "Non ne posso più", è la frase rivolta dal fratello di Re Carlo III al faccendiere

e alla sua complice Ghislaine Maxwell 14 anni fa, quando venne informato per la prima volta che un giornale britannico stava per pubblicare un articolo sul vasto scandalo sessuale che lo ha poi fatto cadere in disgrazia.

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