Equalize, i giudici tardano a fissare l'udienza. Mossa a sorpresa di Pazzali che torna alla Fiera

Dossier: il manager sospeso ha ripreso il posto per varare il bilancio

Equalize, i giudici tardano a fissare l'udienza. Mossa a sorpresa di Pazzali che torna alla Fiera
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Cinque mesi solo per fissare l'udienza. Altri due mesi e mezzo già trascorsi, e la decisione del tribunale ancora non è stata depositata. L'inchiesta milanese su Equalize, la «fabbrica degli spioni» controllata dal presidente della Fiera di Milano, Enrico Pazzal (foto), si trova a fare i conti con i tempi lunghi del tribunale del Riesame, chiamato a decidere se mettere il principale indagato (finora a piede libero) agli arresti domiciliari e un po' di complici in carcere, come chiede la Procura della Repubblica. In questo buco nero si inserisce a sorpresa la mossa di Pazzali, che si era autosospeso dall'incarico dopo essere stato inquisito e perquisito, e che ieri decide di tornare in sella. Da oggi, il manager riprenderà il suo posto e il suo stipendio, in attesa degli sviluppi giudiziari: che lo vedono indagato di associazione a delinquere finalizzata all'accesso abusivo a sistemi informatici. Sotto la guida di Pazzali e del suo braccio destro Carmine Gallo, stroncato da un infarto il 9 marzo, Equalize saccheggiava banche dati pubbliche e private per realizzare dossier dai fini solo in parte noti.

La mossa di Pazzali arriva a sorpresa, perché lo stesso manager aveva indicato la sua autosospensione nei motivi - depositati al tribunale del Riesame -per opporsi alla richiesta di arresto: essendo fuori dai giochi, diceva in sintesi Pazzali, non sono sospettabile di poter commettere altri reati. La Procura aveva replicato che, trattandosi di un atto che Pazzali poteva revocare in ogni momento, la pericolosità dell'indagato rimaneva intatta. Ora il ritorno al comando, che finora era stato coperto dal vicepresidente vicario Davide Corritore. È una scelta che Pazzali potrebbe avere compiuto sia per motivi contrattuali e salariali che di immagine: il suo mandato si sta comunque per concludere, con l'approvazione dell'ultimo bilancio prevista tra giugno e luglio, sa che una sua ricandidatura è impensabile ma tiene a mettere la sua firma sull'atto finale di un triennio che dal punto di vista sia della Regione che del Comune, soci di controllo della Fondazione, ha avuto risultati positivi.

Però poi sono arrivati i guai giudiziari, che non riguardano direttamente il ruolo del manager in Fiera ma che investono anche questo versante (se non altro perchè tra gli spiati c'erano anche potenziali rivali di Pazzali nella Fondazione). La lunga attesa per la decisione del tribunale sugli arresti viene spiegata con il carico di lavoro e con l'obbligo dei giudici di dare la priorità ai fascicoli con imputati detenuti; e comunque il deposito della decisione dovrebbe essere imminente. Se i giudici accogliessero il ricorso dei pm Francesco de Tommasi potrebbe ricorrere in Cassazione, e Pazzali resterebbe comunque a piede libero in attesa della nuova decisione.

Prima di allora potrebbe però arrivare la chiusura almeno del filone principale delle indagini. In questi giorni sta iniziando l'esame specialistico della grande quantità di computer e telefoni sequestrati, da cui i pm contano di avere le ultime risposte soprattutto sul giro di appoggi nelle istituzioni e nei media di cui godeva Equalize, già descritte nei verbali riempiti da Gallo prima di morire e in quelli, proseguiti in questi giorni, dell'hacker Samuele Calamucci.

Una sfilza di clienti eccellenti potrebbero venire rinviati a giudizio insieme a un nugolo di poliziotti e carabinieri al soldo di Equalize: il cui vero regista, ha spiegato Gallo ai pm, era proprio il manager tornato ieri alla guida della Fiera.

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