Equitalia, ultima corsa: entro 6 mesi la chiusura

Il governo ha varato la nuova legge di stabilità da 27 miliardi di euro. Tanti gli annunci di Renzi. Dagli statali a Equitalia, dal Fisco alle pensioni. Ecco nel dettaglio cosa cambia.

Equitalia, ultima corsa: entro 6 mesi la chiusura

Il governo ha varato la nuova legge di stabilità da 27 miliardi di euro. Tanti gli annunci di Renzi. Dagli statali a Equitalia, dal Fisco alle pensioni. Ecco nel dettaglio cosa cambia.

Equitalia - Nel decreto fiscale allegato alla manovra è prevista la chiusura di Equitalia che, come detto dal premier, entro sei mesi si trasformerà una costola dell'agenzia delle Entrate. Da questa operazione si attende un introito di 4 miliardi connessi a un'operazione che dovrebbe «condonare» sanzioni e multe dalle vecchie cartelle. Renzi in conferenza stampa ha detto che «non si pagheranno gli smisurati interessi vessatori che ci sono stati negli ultimi anni», ma al Tesoro tutto ciò non risulta: bisognerà aspettare il testo che ancora non c'è. Una nuova spinta al contrasto dell'evasione dovrebbe poi giungere da un maggior ricorso alla fatturazione elettronica tra privati, ma soprattutto dando come acquisti in permanenza i maggiori incassi Iva, determinati da reverse charge e split payment.

Voluntary - Arriveranno 2 miliardi dalla voluntary disclosure. «Questa è una voce sottostimata», ha detto ieri il premier Matteo Renzi in conferenza stampa. È «un intervento che non ha alcun elemento nemmeno lontanamente assimilabile a un condono come ha detto qualcuno», ha aggiunto polemizzando con i detrattori della minoranza interna Pd. Si tratta, infatti, della riapertura dei termini per la denuncia volontaria dei beni detenuti all'estero. Nella prima fase sono «riemersi» circa 60 miliardi per un gettito di 4,4 miliardi derivante dal pagamento dell'Irpef sugli asset «nascosti» senza sanzioni. Ora si apre la «fase 2» che dovrebbe far rientrare, come detto, almeno 2 miliardi. Né Renzi né Padoan ieri hanno accennato a misure speciali per «sanare» i contanti non denunciati.

La spending review - Salirà dai 2,6 miliardi (cui ha fatto cenno il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, in audizione sul Def in Parlamento) a 3,3 miliardi di euro. «La spending review - ha detto ieri Matteo Renzi - vale 3,3 miliardi di euro e si tratta di tagli su beni e servizi». Sono previsti 1,2 miliardi di risparmi nella sanità grazie ad acquisti Consip. «Siamo a 27,5 miliardi di spending, però è review», ha precisato il premier sottolineando che «se prendi i soldi, tagli su siringhe ma poi questi soldi li metti sui farmaci oncologici, non è taglio ma revisione». Un contrito Padoan ha spiegato che si tratta di «revisione dei meccanismi di spesa che aumenta l 'efficienza e permette o di spendere meno a parità di servizio o a parità di spesa migliorare il servizio», offrendone di più.

Banche - Pure su questo tema il capo del governo ieri ha glissato, ma fonti del Tesoro confermano l'intenzione di destinare circa 100 milioni di euro alla ristrutturazione del settore del credito in Italia. Lo stanziamento triennale servirà per alimentare il Fondo di solidarietà delle banche in modo da «coprire» i contratti di solidarietà e i prepensionamenti. Fino al 2023 si prevedono almeno 43mila esuberi tra le quattro banche in risoluzione, la trasformazione delle Popolari in spa e le crisi di Veneto Banca, Popolare di Vicenza, il Monte dei Paschi di Siena. Sia Bankitalia sia il Fondo monetario internazionale hanno sottolineato che un simile intervento è necessario per consentire agli istituti di credito italiani di raggiungere livelli accettabili di redditività.

Premi produzione - a legge di Bilancio 2017 prevede un rafforzamento degli sgravi sul salario di produttività. Le soglie saranno innalzate fino a 4mila euro di premio e fino a 80mila euro di reddito annuo lordo. Questo vuol dire che non solo impiegati e operai potranno usufruire dei bonus, ma anche manager e dirigenti. Analogamente, sono previste misure a sostegno del welfare aziendale per tradurre gli incrementi di produttività attesi dal piano in maggiori salari e potere di acquisto nelle famiglie. Questi provvedimenti, che fanno parte del pacchetto «Industria 4.0» del ministro Calenda, implicano l'impiego di circa 1,3 miliardi di euro nel periodo 2017-2020. Una spesa che è destinata ad aprire un nuovo fronte polemico col sindacato che vuole più risorse sui contratti nazionali.

Ires - Le slide renziane hanno confermato le previsioni della vigilia: l'Ires, l'imposta sul reddito delle società, scenderà dal 27,5% al 24% e nascerà l'Iri, (l'imposta sul reddito dell'imprenditore) con una aliquota semplificata al 24% per i profitti di artigiani e titolari di pmi. Per favorire gli investimenti in beni strumentali sarà rafforzato il super-ammortamento, ci saranno incentivi per la ricerca, il rifinanziamento del Fondo centrale di garanzia per un miliardo. Le risorse dovrebbero essere già inserite nel decreto approvato dal Cdm e nei calcoli del governo potrebbero sbloccare crediti per 25 miliardi di euro. Cancellata l'Irpef agricola che si aggiunge all'azzeramento di Irap e Imu per questo comparto. Prevista pure la decontribuzione per le nuove imprese agricole gestite da giovani.

Istruzione e giovani - Confermato per gli universitari lo Student Act, ossia una no tax area per redditi bassi e la valorizzazione degli studenti meritevoli e privi di mezzi. Sono inoltre previsti maggiori investimenti per gli istituti tecnici superiori che offrono sbocchi reali nel mondo del lavoro e decontribuzioni per le aziende che assumono i neo diplomati che hanno fatto alternanza scuola-lavoro. È quanto ha spiegato il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini. Il sottosegretario Gabriele Toccafondi ha invece posto l'accento sui 100 milioni aggiuntivi destinati alla parità scolastica dalla legge di Bilancio. «Le famiglie da oggi avranno più libertà di scelta educativa e 13mila scuole e 120mila insegnanti e maestri più certezze», ha dichiarato. Altri 300 milioni saranno aggiunti alla «Buona scuola».

Gravidanza - Anche se non esplicitato direttamente dal presidente del Consiglio, sarebbe previsto un contributo di 800 euro alle coppie in attesa di un figlio, per far fronte alle prime spese. Condizionale d'obbligo anche per un bonus per il nido. Nell'ambito del piano contro la povertà il governo starebbe studiando anche un sostegno ai nuclei famigliari in difficoltà (anche se non «poveri»). Nuovi fondi in arrivo anche per la non autosufficienza. Confermati anche per il 2017 gli incentivi alle ristrutturazioni edilizie che vengono estesi anche a condomini ed alberghi con una dotazione complessiva di 3 miliardi di euro. Il premier Matteo Renzi ha, invece, rinviato il taglio dell'Irpef alla manovra 2018. Ovviamente se sarà ancora lui l'inquilino di Palazzo Chigi.

Canone Rai - Almeno per il momento, il governo conferma la promessa di abbassare l'importo del canone Rai. Con l'introduzione del canone in bolletta, la tassa sulla televisione era stata già decurtata da 113 a 100 euro. Per il 2017, ha promesso Renzi, l'importo scenderà ancora, a 90 euro. Resta però da chiarire il giallo sull'andamento delle entrate generate dal pagamento in bolletta che, nelle intenzioni del governo, avrebbe dovuto quasi azzerare l'evasione. Le imprese elettriche però hanno versato all'erario solo un miliardo di euro, pari alla prima tranche pagata in bolletta. Se l'andamento degli incassi resterà questo, il totale riscosso potrebbe fermarsi a 1,4 miliardi, 300 milioni in meno di quanto previsto. A quel punto il taglio per il 2017 potrebbe tornare in forse.

Statali - I l capitolo statali vale 1,9 miliardi di euro. Diventa così il più rilevante dopo la sterilizzazione delle clausole di salvaguardia, le pensioni, la competitività. Gli aumenti per gli statali valgono 900 milioni di euro in tre anni. Per il 2017 (anno al quale fanno riferimento gli 1,9 miliardi citati dal ministro Padoan) sono 300 milioni ai quali si aggiungono altri 300 stanziati dall'ultima legge di Stabilità. La cifra è considerata insufficiente dai sindacati degli statali, dopo che la Consulta ha bocciato il blocco della contrattazione nel pubblico impiego. Sul piatto Renzi mette però anche le 10mila assunzioni tra forze dell'ordine e sanità. Nelle bozze di sicuro c'è l'assunzione di 3mila medici e 4mila infermieri precari. Ma il premier ieri ha fatto riferimento anche a forze di polizia e carabinieri.

Gli impieghi usuranti - I lavoratori occupati in mansioni usuranti potranno anticipare la pensione di 12 o 18 mesi anche rispetto all'attuale normativa agevolata, cioè ai 63 anni previsti per l'Ape. Su questo capitolo c'è stato un braccio di ferro con i sindacati sugli anni di contribuzione necessari. Nel testo che è stato illustrato ai sindacati nei giorni scorsi, la pensione anticipata è riconosciuta anche per i lavoratori precoci (chi hanno versato contributi prima dei 19 anni) con 41 anni di contributi, rientranti nelle categorie di maggior bisogno (disoccupati di lunga durata, lavori gravosi, disabili o con parenti di primo grado con disabilità grave). Saranno quindi eliminate in via strutturale le penalizzazioni previste dalla legge Fornero nei casi di anticipo prima dei 62 anni.

Pensioni - Più risorse per le pensioni. Nonostante i dubbi dei sindacati, il governo ha messo nella legge di Stabilità non 6 miliardi, ma 7 nel triennio per le misure che riguardano la previdenza. Sicuramente il capitolo Ape, ma anche l'aumento delle minime che arriva sotto forma di un aumento della quattordicesima mensilità per i pensionati che già la percepiscono. È una delle misure sociali annunciate dal governo, misure che accompagnano l'anticipo pensionistico. L'assegno salirà a 447 euro mensili per chi ha 15 anni di contributi, 546 per chi ha 25 anni di contributi e 655 per chi ha più di 25 anni. La quattordicesima dovrebbe essere riconosciuta a chi ha redditi da pensione fino a 1.000 euro. La platea di pensionati interessati dovrebbe essere di circa 3,3 milioni.

Clausole - È il capitolo di spesa più rilevante della legge di bilancio per 2017. Ben 15 miliardi serviranno a disinnescare gli aumenti dell'Iva (dal 22% al 24% l'aliquota ordinaria, dal 10% al 12% quella agevolata) decisi dalle leggi di Stabilità precedenti al governo Renzi. Una forma di copertura che consisteva nel mettere aumenti di tasse come garanzia a tagli della spesa o ad altre entrate dubbie. Con l'ennesimo stanziamento sono evitati anche gli aumenti delle accise. Il conto delle clausole di salvaguardia crescerà nei prossimi anni. Già nel 2018 la cifra da coprire salirà a 20 miliardi, quindi sarà difficile che il governo riuscirà a farsi carico della sterilizzazione degli effetti. Spingono per un aumento dell'Iva la Commissione europea, che vuole entrate certe per garantire i conti.

Rita - Un anticipo della pensione riservato a chi ha aderito a fondi pensione. Come l'Ape, la Rita, Rendita integrativa temporanea anticipata, permette di anticipare fino a tre anni il ritiro dal lavoro. Per il momento è limitata a chi ha compiuto 63 anni entro gennaio, sempre con 20 anni di contributi, ma diventerà una misura stabile. A finanziare la differenza tra la pensione piena e quella decurtata per l'anticipo i fondi pensione dello stesso pensionato. Lo Stato ci mette una agevolazioni fiscale, cioè una tassazione agevolata tra il 15 e il 19% sulle somme anticipate. Attualmente la tassazione per chiedere un anticipo della pensione è del 23%, salvo che serva per cure sanitarie o per l'acquisto della prima casa. L'obiettivo è anche rendere più attraente l'adesione ai fondi pensione.

Ape - Anticipo della pensione di tre anni: è per il momento solo una misura sperimentale per i nati dal 1951 al 1954 che potranno scegliere se ritirarsi a 63 anni invece che a 67. Alcune categorie «disagiate» potranno farlo senza oneri, ma solo se l'assegno della pensione è inferiore a 1.350 euro lordi. È la cosiddetta Ape sociale, alla quale si aggiunge quella «aziendale» riservata ai lavoratori che si accordano con i datori che si faranno carico del costo dell'anticipo. Infine l'Ape volontaria, che l'aspirante pensionato dovrà pagarsi interamente.

L'onere secondo il governo dovrebbe aggirarsi in una percentuale annua sotto il 5%. L'anticipo è un prestito bancario garantito ed erogato dall'Inps. La restituzione avviene in 20 anni. Tutte misure soggette a cambiamenti durante l'iter parlamentare.

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