Erdogan senza freni: 50 mila perseguitati

Arrestati due giudici costituzionali

La Turchia ha promesso di «ripulire» il Paese dai sostenitori del religioso in esilio negli Usa Fethullah Gulen, che Erdogan e il suo governo accusano di aver orchestrato il fallito golpe. Sono ormai 50mila le persone sospese dai loro incarichi o arrestate, mentre la tensione nel Paese resta alta. «Li elimineremo alla radice», ha detto il premier Binali Yildirim, mentre Obama si è unito all'eco internazionale e ha chiesto il rispetto dei valori democratici. Ma ieri le purghe si sono allargate ancora, colpendo università e scuole, intelligence e autorità religiose. I morti nel fallito golpe sono 264 persone di cui 173 civili. Le autorità hanno allargato ancora il bersaglio delle purghe. Le licenze di 20 emittenti legate a Gulen sono state revocate, mentre oltre 15mila dipendenti del ministero dell'Educazione sono stati licenziati, così come 492 dal Direttorato affari religiosi, 257 dall'ufficio del premier e cento dall'intelligence. Il Consiglio per l'educazione superiore ha chiesto le dimissioni di tutti i 1.577 rettori delle università pubbliche e private, il rettore dell'Università di Ankara è stato addirittura arrestato, mentre è stata revocata la licenza a 21mila insegnanti delle scuole private, 9.322 le persone sotto procedimento legale e ieri un tribunale ha trattenuto in custodia 26 generali e ammiragli. Più di 6mila soldati e 1.500 altri sono stati arrestati, mentre 8mila poliziotti sono stati rimossi dall'incarico.

Tremila giudici e procuratori sono stati rimossi E ieri sono stati arrestati due giudici della corte costituzionale mentre Erdogan parlando ai turchi ha annunciato lo stato di emergenza per tre mesi e ha detto che dietro il golpe ci sarebbero anche Paesi stranieri.

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