Cronaca giudiziaria

Ergastolo alla Pifferi: "Deve pagare"

Lasciò morire di stenti la figlia Diana di 18 mesi. La sorella: "Atroce, capisca ciò che ha fatto"

Alessia Pifferi e Alessia Pontenani
Alessia Pifferi e Alessia Pontenani

Ascolta ora: "Ergastolo alla Pifferi: "Deve pagare""

Ergastolo alla Pifferi: "Deve pagare"

00:00 / 00:00
100 %

Ergastolo. È arrivata la condanna al carcere a vita per Alessia Pifferi, la donna di 38 anni che nel luglio 2022 a Milano ha lasciato morire di stenti la figlia Diana di soli 18 mesi. La Corte d'assise, presieduta dal giudice Ilio Mannucci Pacini, ha accolto le richieste del pm Francesco De Tommasi che accusa la 38enne di omicidio volontario pluriaggravato. I giudici hanno escluso la sola aggravante della premeditazione, riconoscendo quelle del vincolo di parentela e dei motivi futili. Stabilite inoltre due provvisionali per le parti civili, 50mila euro per Maria, nonna di Diana a mamma di Alessia, e 20mila per Viviana, sorella dell'imputata e zia della vittima.

Alla lettura del verdetto, dopo poco più di due ore di camera di consiglio, su Alessia Pifferi sono puntate decine di obiettivi. Lei resta impassibile, poi subito viene portata via dagli agenti penitenziari. Il suo difensore, l'avvocato Alessia Pontenani, nell'arringa aveva chiesto l'assoluzione. La madre ha trovato Diana morta dopo averla abbandonata in casa per ben sei giorni per andare dal fidanzato in provincia di Bergamo, lasciandole un po' di latte e qualche bottiglia d'acqua. «La mattina del 20 luglio, rientrando, Alessia avrebbe potuto far sparire Diana in un sacchetto, nessuno se ne sarebbe accorto. Era una bambina invisibile»: è la frase più forte del legale e l'accusa è rivolta ai vicini, al quartiere, alla famiglia della donna, che vedevano crescere quella bambina nell'incuria. «È evidente che non volesse uccidere la bambina. Esiste un reato nel nostro codice, che è l'abbandono di minore. Ci siamo: è il nostro caso, è la morte di Diana. Alessia ha avuto una vita terribile, è crescita nell'abbandono, non voglio accusare nessuno... Ma qui la storia si ripete: c'è una figlia abbandonata dalla madre che abbandona la propria bambina». Ai giudici: «Lascio nelle vostre mani Alessia e Diana, persone sfortunate, perché entrambe abbiano giustizia».

Dopo la sentenza il pm De Tommasi abbraccia Viviana Pifferi e dice poche frasi: «È una sentenza giusta, una prima tappa per accertamento della verità. Ci ho creduto sempre e con questo verdetto hanno riportato al centro del processo la vittima». Durante le repliche aveva affermato: «C'è un'unica vittima e si chiama Diana e c'è una bugiarda e un'attrice che è Alessia Pifferi. Io chiedo di avere pietà per Diana, di non riconoscere alcun beneficio» all'imputata, ma di «offrirle una speranza: quella di superare e compensare attraverso la sofferenza della pena il dolore che prima o poi le esploderà dentro». La nonna della piccola a fine udienza ha parlato alle telecamere: «È un dolore atroce, si è dimenticata di essere una mamma. Deve pagare per quello che ha fatto. Se si fosse pentita e mi avesse chiesto scusa... ma non l'ha fatto». E la sorella di Alessia: «Penso che i giudici abbiano fatto quello che è giusto, perché per me non ha mai avuto attenuanti, non è mai stata matta o con problemi psicologici. Spero che adesso Diana possa volare via in pace». L'avvocato Pontenani ha aggiunto fuori dall'aula: «Me lo aspettavo.

Alessia era molto dispiaciuta per l'atteggiamento della mamma e della sorella perché hanno festeggiato quando è stata pronunciata la parola ergastolo. Qui non c'è niente da festeggiare». Il legale ha fatto sapere che farà ricorso e che chiederà «la riapertura dell'istruttoria e una nuova perizia collegiale».

Commenti