Guerra in Ucraina

Esercitazioni e aerei, la morsa della Nato. Blinken smuove la Cina: "Stop alle armi"

La linea di Pechino, che si oppone a ogni azione non diplomatica, rischia di minare l'efficacia delle sanzioni contro gli aggressori

Esercitazioni e aerei, la morsa della Nato. Blinken smuove la Cina: "Stop alle armi"

Londra. Così come la Russia sta cercando di soffocare l'Ucraina con una manovra militare che si sviluppa su tre fronti, così la Nato stringe la sua morsa attorno a Mosca. L'Alleanza Atlantica sta intensificando le difese dei Paesi alleati nell'Est Europa e le manovre diplomatiche per fare terra bruciata attorno a Putin. Entrambi però si trovano al momento con un fianco debole, che rischia di pregiudicare i rispettivi piani.

Per i russi è la parte Ovest dell'Ucraina, ancora in mano a Kiev e distante dalla linea del fronte, confinante con Polonia e Unione europea e attraverso cui entrano nel Paese aiuti e armi occidentali. Per la Nato è la posizione diplomatica cinese, con Pechino che non si è unita al coro di condanna dell'invasione. Per cercare di chiudere il cerchio il segretario di Stato americano Antony Blinken ha ieri avuto un colloquio telefonico con il ministro degli Esteri cinesi Wang Yi, che ha tuttavia mantenuto una posizione di ambigua equidistanza: Pechino auspica che le armi tacciano al più presto, non perde l'occasione di ricordare che la sovranità e l'integrità di ogni Paese vanno rispettate (leggasi Taiwan), invita a «concentrarsi non solo sulla risoluzione dell'attuale crisi, ma anche su pace e stabilità di lungo termine della regione» opponendosi a «qualsiasi azione che non sia favorevole alla promozione di una soluzione diplomatica». Tradotto, la Nato non deve intervenire, così come peraltro già ribadito venerdì dal segretario generale dell'Alleanza, Stoltenberg. Non convincere la Cina a isolare Mosca rischia di minare l'efficacia delle sanzioni occidentali. La Russia esporta energia, se il Cremlino trovasse in Pechino un acquirente di ultima istanza verso cui indirizzare gas e petrolio attualmente pompati verso l'Europa le sanzioni perderebbero la loro efficacia e l'arma del ricatto economico sarebbe in mano a Putin. «Il mondo sta guardando per vedere quali nazioni difendono i principi fondamentali della libertà, dell'autodeterminazione e della sovranità», Blinken ha detto a Wang Yi, e sta «agendo all'unisono per assicurarsi che Mosca paghi un alto prezzo».

Blinken era ieri in Polonia, vicino al confine ucraino, a sottolineare la vicinanza americana ai Paesi più orientali dell'Alleanza e a ribadire alla Russia che, per quanto un intervento diretto nel conflitto sia escluso, gli americani e la Nato non faranno mancare il loro supporto a Kiev. Durante la visita polacca, in serata il segretario di Stato Usa ha incontrato il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, che ha chiesto a Blinken aerei, sistemi di difesa aerea e un nuovo round di sanzioni economiche. Richieste che fanno il paio con l'appello che lo stesso presidente Zelensky ha rivolto ieri ai senatori americani per ottenere più aerei, droni e la messa al bando del petrolio russo.

La pressione «senza precedenti» su Mosca non cesserà fino al termine del conflitto, ha sottolineato Blinken, «difenderemo ogni centimetro del territorio della Nato». Dichiarazioni accompagnate da un intensificarsi delle manovre militari dell'Alleanza: ulteriori caccia tedeschi e americani sono attesi in Lituania mentre la Francia comincerà da domani esercitazioni aeree sui cieli di Bosnia impiegando i caccia Rafale della portaerei Charles de Gaulle, in navigazione nel Mediterraneo orientale. Le esercitazioni francesi fanno seguito al raddoppio del contingente terrestre europeo Eufor di stanza in Bosnia, rinforzato nel timore di scontri fra separatisti serbi filorussi e popolazione musulmana.

E a ulteriore testimonianza di quanto i rapporti internazionali siano sempre più tesi durante la giornata di ieri il ministero degli esteri inglese e il dipartimento di stato americano hanno invitato i loro cittadini a lasciare immediatamente la Russia.

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