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Euroscontro sull'accoglienza. Nel mirino il ruolo di Frontex

Il direttore Leggeri, che si è appena dimesso, denuncia: "Narrazione politica che accusa le guardie di frontiera"

Euroscontro sull'accoglienza. Nel mirino il ruolo di Frontex

Un terremoto scuote le istituzioni europee sul caso Frontex, l'agenzia per il controllo delle frontiere esterne dell'Unione europea, che ha portato alle dimissioni del direttore Fabrice Leggeri dopo una serie di controversie nei confronti dell'agenzia accusata di compiere respingimenti di massa di richiedenti asilo (vietati dalle norme comunitarie e dal diritto internazionale) ma sempre negate da Leggeri.

Le dimissioni sono arrivate a sorpresa lo stesso giorno in cui il board di Frontex doveva discutere alcune azioni disciplinari per lo staff dell'agenzia dopo un rapporto dell'Olaf, l'ufficio europeo per la lotta antifrode, che ha individuato comportamenti irregolari di alcuni dirigenti nella gestione dei flussi migratori verso l'Europa. Motivo del contendere sono vari respingimenti di richiedenti asilo avvenuti in Grecia.

Il Giornale è venuto a conoscenza in esclusiva europea di alcuni passaggi cruciali della memoria difensiva di Fabrice Leggeri pronunciata il 28 aprile che rappresenta un documento di straordinaria importanza poiché, oltre a respingere le accuse nei suoi confronti, realizza un vero e proprio attacco verso quello che considera un tentativo politico di ridimensionare il ruolo di Frontex.

Secondo le nostre fonti, Leggeri non avrebbe lesinato critiche verso «una narrativa politica che accusa potenzialmente tutte le guardie di frontiera e costiere» aggiungendo che «molti Stati membri dell'Ue sono stati presi di mira e accusati senza prove e senza una chiara definizione giuridica orchestrata sempre dagli stessi pochi media». A detta dell'ormai ex direttore, dietro gli attacchi nei suoi confronti si nasconde la volontà di modificare l'attività e il mandato di Frontex «per trasformarlo in un organismo europeo principalmente dedicato a monitorare il modo in cui gli Stati membri rispettano i diritti fondamentali quando attuano la gestione integrata delle frontiere».

La fonte de Il Giornale aggiunge che Leggeri si è richiamato agli articoli uno e quattro del regolamento di Frontex per cui «l'obiettivo consiste nel gestire efficacemente l'attraversamento delle frontiere esterne e affrontare le sfide migratorie e le potenziali minacce future a tali frontiere, contribuendo così ad affrontare la criminalità grave con una dimensione transfrontaliera e garantendo un livello elevato di sicurezza interna nell'Unione».

In particolare il punto quattro afferma che «dall'inizio della crisi migratoria del 2015, la Commissione ha preso iniziative importanti e ha proposto una serie di misure volte a rafforzare la protezione delle frontiere esterne». Fabrice Leggeri rivendica di aver agito in nome «degli interessi dell'Ue» e «della sicurezza nazionale» e di ritenere sbagliato il fatto di venire accusato per «essersi preoccupato della sicurezza nazionale di uno Stato membro che ospita le operazioni di Frontex» riferendosi alla Grecia.

Non è un caso che la sinistra italiana ed europea non solo si sia limitata ad accogliere con enfasi e soddisfazione le dimissioni di Leggeri ma abbia chiesto una rifondazione e un cambiamento delle funzioni di Frontex. Così come non è casuale l'attivismo delle Ong contro l'agenzia a partire da Mediterranea ma soprattutto da Sea Watch. L'ong tedesca ha infatti intentato una causa al tribunale dell'Unione europea accusando Frontex di «aver violato il dovere di trasparenza riguardo alle operazioni».

L'impressione è trovarci di fronte a uno scontro politico che riguarderà il futuro delle politiche migratorie dell'Unione europea e in cui il ruolo di Frontex come agenzia di controllo delle frontiere esterne sarà sempre più cruciale.

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