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Evasione fiscale e riciclaggio, 4 anni a Pivetti. "Sono innocente, la verità presto verrà fuori"

Condanna confermata in appello per l'ex presidente della Camera. Resta anche la confisca di 3,4 milioni di euro

Evasione fiscale e riciclaggio, 4 anni a Pivetti. "Sono innocente, la verità presto verrà fuori"
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È stata confermata in Appello a Milano la condanna a quattro anni di reclusione per Irene Pivetti. L'ex presidente della Camera è accusata di evasione fiscale e autoriciclaggio. "La verità verrà fuori, sono tranquilla. Sono innocente", ha dichiarato Pivetti subito dopo la sentenza.

Al centro del processo c'è una serie di operazioni commerciali per circa 10 milioni di euro risalenti al 2016. Si tratta in particolare della compravendita di tre Ferrari Granturismo che, secondo le indagini del pm Giovanni Tarzia e del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf, sarebbe servita per riciclare proventi frutto di illeciti fiscali. Irene Pivetti è difesa dall'avvocato Filippo Cocco. "Mi sarei aspettata un esito diverso - ha aggiunto l'ex deputata leghista -, sono molto curiosa di vedere le motivazioni, ma sono anche molto tranquilla, perché la verità prima o poi verrà fuori". Ancora: "La verità è che io sono innocente, come ho sempre detto e anche dimostrato nelle carte di questo processo". Nel settembre del 2022 la Cassazione ha confermato il sequestro da oltre 3,4 milioni di euro a carico dell'imputata. "Le tasse io le ho sempre pagate", ha ribadito lei in più occasioni. Dopo il deposito delle motivazioni, entro 90 giorni, potrà fare ricorso in Cassazione.

Pivetti è sempre stata presente in aula durante il processo. Ieri la Quarta sezione penale della corte d'Appello, come chiesto dal sostituto pg Franca Macchia e dal pm Tarzia, ha confermato integralmente il verdetto del Tribunale del 26 settembre 2024. Così quindi per la condanna a due anni, con pena sospesa e non menzione, per il pilota di rally ed ex campione di Granturismo Leonardo "Leo" Isolani e anche per la moglie Manuela Mascoli. Nell'inchiesta è stato ricostruito un ruolo di intermediazione di Only Italia, società riconducibile a Pivetti, in operazioni del Team Racing di Isolani, che voleva nascondere al Fisco (aveva un debito di 5 milioni) alcuni beni tra cui le tre Ferrari. Le auto sarebbero state al centro di una finta vendita al gruppo cinese Daohe per essere trasferite in Spagna. L'unico "bene effettivamente ceduto, ovvero passato" ai cinesi, stando all'imputazione, sarebbe stato "il logo della Scuderia Isolani abbinato al logo Ferrari". Lo scopo di "Isolani e Mascoli" era quello "di dissimulare la proprietà dei beni e sottrarli" al Fisco, mentre "l'obiettivo perseguito da Pivetti" sarebbe stato "di acquistare il logo Isolani-Ferrari per cederlo a un prezzo dieci volte superiore al gruppo Dahoe, senza comparire in prima persona". Per la Procura, l'ex terza carica dello Stato avrebbe comprato il marchio per 1,2 milioni di euro per rivenderlo alla società cinese a "10 milioni".

Irene Pivetti deve affrontare un altro processo sulla vicenda delle mascherine comprate in Cina durante il Covid.

Lei, la figlia, il genero, l'imprenditore Luciano Mega e altri sono accusati a vario titolo di frode in forniture pubbliche, bancarotta, appropriazione indebita, riciclaggio e autoriciclaggio nell'ambito di una compravendita dalla Cina di dispositivi per un valore di 35 milioni. Secondo l'accusa, sarebbero state consegnate mascherine solo per 10 milioni, di qualità scadente e con falso marchio Ce.

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