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Facebook, bug svela 14 milioni di utenti

A maggio i post da privati sono diventati pubblici. Le scuse della società

Facebook oscurato per un mese in Papua Nuova Guinea per caccia a pornografia e fake news
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Jacopo Granzotto

Delle due l'una. O Facebook non ne azzecca più una sulla privacy, o vuole fare un favore a milioni di tastieristi in vena di protagonismo. Chissà. Nel frattempo i dirigenti del social più affollato stanno facendo gli straordinari per chiedere scusa agli utenti per non essere riusciti a proteggere degnamente la loro vita privata, i loro (meravigliosi) panni sporchi.

Giovedì l'ultimo capitolo della saga. La società di Mark Zuckemberg ammette di non essere riuscita a mantenere private le informazioni di 14 milioni di utenti tra il 18 e il 27 maggio. Una falla mostruosa mentre si stava testando un nuovo dispositivo. In pratica 14 milioni di persone pensavano di creare post e foto privati che solo un ristretto gruppo di amici poteva leggere. In realtà stavano creando post pubblici che chiunque poteva visualizzare. Una bella differenza. L'errore è stato rivelato giovedì, ma era online a maggio e gli avvisi sarebbero una misura di «ulteriore cautela» decisa dal social network. Dunque, dopo lo scandalo dell'autorizzazione conferita a Cambridge Analytica e i dati condivisi negli anni con i produttori di smartphone ora ci si mette il bug interno. «Abbiamo risolto la questione e a partire da oggi informeremo tutti coloro che sono stati impattati chiedendo di rivedere i post pubblicati in questo lasso di tempo - ha detto Erin Egan della divisione privacy di Facebook -. E ci scusiamo per l'imprevisto».

Imprevisto? Di regola Facebook tiene le impostazioni di privacy sui post all'ultima mossa decisa. Così, se un utente ha pubblicato una cosa visibile a tutti la successiva rimarrà tale. Il bug avrebbe invece reso pubblici contenuti anche dopo che gli ultimi postati dagli utenti erano normalmente privati. Secondo Facebook il problema dovrebbe essere già risolto in automatico, nel senso che gli effetti sarebbero stati corretti e i post riportati allo stato originariamente deciso. In ogni caso, come si diceva, si chiederà una revisione da parte degli utenti coinvolti. Ancora una volta le oceaniche dimensioni di Facebook, dove navigano mensilmente più di due miliardi di persone, rendono significativi 14 milioni di utenti coinvolti anche piccoli disservizi.

Quest'ultimo incidente ha drasticamente abbassato il tasso di fiducia degli utenti del social, almeno secondo un sondaggio del Ponemon Institute, società di ricerca specializzata in privacy e protezione dei dati, che stima l'aumento di insoddisfatti in un pericoloso 66 per cento.

Del resto, a marzo il New York Times aveva riferito che i dati di oltre 87 milioni di persone erano stati raccolti da Cambridge Analytica, una società politica legata alla campagna di Donald Trump. Questa settimana il Times ha reso noto che Facebook ha dato ai produttori di cellulari, tra cui Apple, Samsung e la società cinese Huawei, l'accesso ai dati sugli utenti di Facebook e sui loro amici.

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