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"Fai tu il Conte ter con Draghi". Così Franceschini e Pd hanno preparato la crisi di governo

Matteo Renzi svela un retroscena inedito sulla caduta del governo Draghi

"Fai tu il Conte ter con Draghi": così Franceschini e Pd hanno preparato la crisi di governo

Franceschini e Speranza hanno tramato per far cadere Draghi e sostituirlo con un governo Conte ter. È il retroscena raccontato da Matteo Renzi, ospite per presentare il suo libro nella masseria di Bruno Vespa a Manduria.

“Franceschini e Speranza sono andati da Conte dopo le dimissioni di Draghi a dirgli 'è il tuo momento. Fai una giravolta e di' che voti Draghi, e poi facciamo il Conte Ter a guida Draghi', tentando di buttar fuori la Lega. Il risultato è stato che né la Lega né Conte hanno votato la fiducia e siamo andati a casa. Non ha sbagliato soltanto qualcuno: la colpa politica è di Conte, ma ci sono stati una serie di passaggi poco intelligenti anche da Pd e altri”.

Oltre a Francheschini e Speranza, Renzi attribuisce la responsabilità della caduta del governo anche ai consiglieri stretti di Draghi: “Giavazzi e Funicello hanno gestito la candidatura al Quirinale e la crisi di governo con risultati analoghi”.

Come già aveva fatto Casini durante illuso intervento in Senato, anche Renzi critica il discorso di Draghi: “Non puoi dire che stai li perché te lo chiedono gli italiani. È una frase che gli hanno scritto male”.

Renzi, che era seduto a cena al tavolo con Bruno Vespa ma anche con il senatore di Forza Italia Michele Boccardi e l’assessore regione del Pd Donato Pentassuglia, ha poi parlato degli schieramenti per le elezioni: “Entro il 12 agosto dobbiamo presentare i contrassegni ed entro il 21 le liste. Se il Pd vuole vincere le elezioni deve mettere in campo l’alleanza più ampia possibile; se decide di andare in solitaria, noi andiamo con le aree più centrali arrivando ad un risultato a doppia cifra come fu per la margherita del 2001 che prese più della somma delle liste che la crearono. Se invece gli altri non vogliono, io ho pronto la lista con il simbolo “R” e 200 candidati per 200 collegi”.

Ne ha anche per Di Maio: “È stato dalla mattina alla sera a contare i parlamentari e non si è occupato della Libia che avrebbe risolto i nostri problemi energetici”.

Infine ospite nella masseria di Vespa a Manduria non manca la stoccata contro Michele Emiliano e il Pd “io ho perso tanti punti per sostenere politiche che oggi ci avrebbero salvato sull’energia; penso a Tap, Tempa Rossa e le trivelle, Emiliano e il Pd mi hanno fatto la guerra e ora per colpa loro dipendiamo dai dittatori”.

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