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Fallisce il blitz anti governo. Un caso le frasi della Salis

Tensione ma niente scontri al corteo per l'ex Ilva. Il sindaco: "Niente violenza, non diamo alibi a destra"

Fallisce il blitz anti governo. Un caso le frasi della Salis
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Alla fine, l'allarme preventivo ha sgonfiato la tensione e il buon senso ha prevalso a Genova, salvo un'infelice scelta verbale della prima cittadina Silvia Salis (nella foto). Durante il corteo organizzato ieri, in occasione dello sciopero dei metalmeccanici di Genova per l'ex Ilva, i lavoratori dell'acciaieria non si sono o quasi - scontrati con la polizia, come aveva paventato l'ex sindacalista Fiom Franco Grondona, che aveva auspicato incidenti pur di ritrovarsi "sulle pagine dei giornali" e dipingere l'esecutivo come un governo che "picchia gli operai che lottano per difendere fabbrica e occupazione".

L'unico momento di tensione si è avuto quando i manifestanti hanno cercato di forzare il blocco della polizia davanti alla prefettura. Dopo le prime schermaglie e slogan contro il ministro Adolfo Urso, molti lavoratori hanno iniziato a sbattere i loro caschetti anti-infortunio contro le reti di protezione alzate dagli agenti, che impedivano al corteo di puntare alla piazza. A quel punto uno dei mezzi pesanti portati in corteo dall'ex Ilva è intervenuto per tirare i cordini d'acciaio che i manifestanti avevano agganciato alle recinzioni, facendole crollare al suolo e aprendo un varco nella via, mentre gli agenti in risposta hanno lanciato lacrimogeni. Il delegato Fiom dell'ex Ilva, Armando Palombo, ha urlato un "Ci dovete arrestare tutti" che sembrava promettere il peggio, ma poi lui stesso ha aggiunto "vogliamo solo lavorare", e la tensione si è via via dissolta: alla fine l'unico ferito è un operaio che è stato colpito alla testa dal bossolo di un lacrimogeno.

È arrivata per incontrare i manifestanti anche la sindaca di Genova Salis, che ha assicurato che oggi, a Roma, nell'incontro con il ministro Urso chiederà che cosa farà il governo per l'ex Ilva nel caso in cui non si facessero avanti investitori privati. In quest'ultimo, malaugurato caso, l'obiettivo per la prima cittadina è avere assicurazioni in merito a una "statalizzazione, anche transitoria" dell'impianto, per garantire la continuità produttiva. Salis ha portato ai lavoratori anche la solidarietà sua e della città, ma nel domandare al corteo di far restare la protesta "nei limiti della non violenza" ha finito per inciampare. Spiegando di aver chiesto una manifestazione pacifica per "non dover fornire alibi a chi non ci vuole dare risposte", come se essere contro la violenza in sé non fosse sufficiente e servisse un uso "strumentale" della non violenza. Un lapsus? Un tentativo di strizzare l'occhio ai manifestanti più arrabbiati? In ogni caso una gaffe pesante.

Il corteo è poi proseguito con disagi per la città ma senza intemperanze fino alla stazione di Brignole, dove i metalmeccanici hanno invaso le banchine ma senza scendere sui binari, anche se la circolazione dei treni ha comunque risentito della protesta. Qui è arrivato anche il governatore ligure Marco Bucci per incontrare i manifestanti e chiedere "di evitare situazioni spiacevoli", bontà sua senza accennare ad alibi di sorta. "Continueremo a lottare perché l'acciaio sia prodotto qui", ha spiegato, annunciando di essere anche lui in partenza per l'incontro con il ministro Urso. "Domani (oggi, ndr) parto alle 5 per andare a Roma", le sue parole al megafono: "Non so se tornerò vincitore, ma so che ogni giorno lavoriamo per questo obiettivo".

Dopo la visita del presidente della Regione, i lavoratori hanno lasciato la stazione, e la circolazione dei treni nel primo pomeriggio è gradualmente ripresa nonostante i rallentamenti siano proseguiti nelle ore successive. Il corteo ha quindi puntato nuovamente verso Cornigliano e la sede dell'acciaieria, dove i manifestanti hanno ripreso il presidio che va avanti da inizio settimana, chiudendo una giornata di protesta lunga ma tutto sommato quasi del tutto priva di incidenti e provocazioni, con l'eccezione dell'episodio della prefettura.

Eppure, nonostante un bilancio fortunatamente non pesante, la Cgil di Genova non ha gradito la presenza dei blindati a protezione dell'ufficio territoriale del governo, tanto da

chiedere lumi sul perché "sia stato impedito l'arrivo in prefettura" ai manifestanti, criticando l'aver voluto "esacerbare gli animi" e parlando di "cortocircuito istituzionale" e, manco a dirlo, di "deriva reazionaria".

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