Le false polemiche sul "Comolake": così l'evento privato ha salvato il pubblico

Nessun conflitto di interesse: nel 2024 ha "soccorso" il G7, amplificandone il successo

Le false polemiche sul "Comolake": così l'evento privato ha salvato il pubblico

nostro inviato a Como

I veleni del Lago di Como. Presunti conflitti di interesse. Commistioni opache tra pubblico e privato. Addirittura tariffe e gettoni per incontrare i signori della politica. Sembra un piccolo grande scandalo di provincia, ambientato in un paesaggio meraviglioso, fra turisti che parlano tutte le lingue del mondo. Poi ti immergi in questa atmosfera da sogno e scoprii una storia da far stropicciare gli occhi: il ComoLake, l'evento digitale sotto i riflettori di almeno un paio di quotidiani, l'anno scorso ha avuto in pancia la coda del G7 per l'innovazione, che ansimava senza fondi e non sapeva a che santo votarsi. Così lo Stato, non solo ha trovato servizi e ospitalità, apparecchiati nella fantastica cornice di Villa Erba a Cernobbio, di solito meta di motoscafi e barche da cartolina, ma ha risparmiato i 200 mila euro che non c'erano e ha rimediato un figurone. Con tanto di standing ovation.

La storia deve essere riscritta, al contrario.

Si, il privato ha salvato il pubblico, perfino nel menu: la cena di gala è stata pagata dalla Camera di Commercio di Como che ha messo in salvo l'onore. E la bandiera tricolore. Altro che invasioni di campo della politica.

Ma le polemiche qui si alimentano come i mulinelli, che nascono fra le acque scure e ti portano giù in un attimo. Si discute persino di fiori, centrotavola e forchette, manco quelle tavolate fossero ospitate in qualcuna di quelle ville pettinate frequentate dalle immancabili star di Hollywood.

E però la vicenda potrebbe, forse dovrebbe essere capovolta. ComoLake, un brand in grande crescita, diventa una vetrina dell'innovazione digitale di caratura internazionale e, come accennato, fa da sponda nel 2024 al G7, amplificandone gli effetti. Non importa, anche l'ambiziosa edizione 2025, prevista nel prossimo mese di ottobre, viene passata ai raggi X dall'accoppiata Fatto Quotidiano-Domani. Che fischiano falli a ripetizione, peggio che allo stadio. Ma soprattutto chiedono il Var per un'azione giudicata da espulsione: il sottosegretario all'innovazione tecnologica Alessio Butti, grande amico di Ignazio La Russa che venne al suo matrimonio con l'avvocato Lisa Giussani, sarebbe al centro di un mercanteggiamento indecente: tariffe e gettoni per incontrarlo alla fine dei panel.

Suggestioni che però hanno le gambe corte. L'agenzia Micromegas, organizzatrice dell'happening, confeziona una brochure per invitare le aziende e gli immancabili stakeholder a farsi avanti. Insieme a un ventaglio interminabile di servizi e offerte, Micromegas propone per il 17 ottobre, a conferenza finita, una sorta di fuori programma che vuole essere la ciliegina sulla torta: la possibilità di interagire attraverso meeting one to one, della durata massima di 30 minuti, con assessori, dirigenti pubblici, partner di grandi aziende e naturalmente anche con il Dipartimento dell'innovazione. Il tutto negli stand espositivi, con tanto di app, l'App Io, super divulgativa applicazione realizzata dal Dipartimento, per prenotare i faccia a faccia. Insomma, nel programma pensato dopo i rilevi dell'anno precedente si è lasciata una giornata supplementare per le dimostrazioni sul campo aperte al pubblico, oltre le parole e le conferenze di teoria pura.

Ma questi pacchetti hanno un costo: 20 mila, 30 mila e sessantamila euro. Si scatena l'uragano e sui giornali finisce il sottosegretario: paghi e hai il privilegio di parlargli col cronometro in mano.

Curioso che colossi dell'informatica debbano ricorrere a simili mezzucci per approcciare Butti o chi per lui, quando possono alzare in un qualunque momento il telefono e chiedere un appuntamento nei Palazzi del potere, cominciando da Chigi. I suggerimenti della brochure vengono forzati all'inverosimile per far apparire quel che non è: non c'è alcun legame fra Butti, pezzo forte del centrodestra lariano, e la manifestazione cui il sottosegretario ha concesso solo il patrocinio, peraltro gratuito.

E invece contro ComoLake si scagliano come frecce articoli che fanno gli esami del sangue a chi porta personalità, soldi e prestigio fra Como e Cernobbio.

Qualcuno fa due più due, anzi due meno due e arriva, nientemeno, fino a Francesca Immacolata Chaouqui, la signora degli intrighi vaticani.

Che c'entra il Cupolone con le onde del Lago? Nello staff di Butti ricordano quel che accadde meno di un anno fa: Raffaele Barberio, allora collaboratore di punta di Butti e del Dipartimento per la trasformazione digitale, premeva per portare Francesca Immacolata a ComoLake. In effetti nel 2024 nasce una società Italia nel Futuro, in cui i due sono fianco a fianco. E alla cena di gala, anzi a due serate di ComoLake, i commensali stupiti vedono apparire quella signora che Barberio vorrebbe a bordo del brand.

Poco tempo dopo, tutto si rompe. Barberio se ne va in un gorgo di accuse e controaccuse ma la sostanza è semplice: il conflitto di interessi ce l'avrebbe lui perché si scopre che ha più di un contratto con soggetti privati, incompatibili con la sua posizione e collaborazione col Dipartimento che non ne sapeva nulla. «E guerra sia», è il messaggio che chiude una stagione. Di più, l'ormai ex pubblica su LinkedIn un post assai critico sul Governo con cui ha appena tagliato i ponti.

Ora i veleni affiorano e l'immagine scintillante del format viene sporcata.

Ma la Fondazione di diritto privato che gestisce il marchio, un carosello di vip e professionisti che si autotassano per dare lustro alla città, non ha nessuna intenzione di farsi risucchiare da voci, insinuazioni, dietrologie. E corre verso il ComoLake di ottobre.

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